Filovia Pescara, Russo indagato per truffa e falso

Svolta nell’inchiesta: perquisiti gli uffici Gtm in via Raiale e le sedi Balfour e Vossloh a Milano, sotto accusa 2 dirigenti

PESCARA. Tre indagati per truffa aggravata, frode nelle forniture pubbliche e falso. Arriva a una svolta l’inchiesta della squadra mobile e della procura di Pescara sulla filovia, la grande opera da 31 milioni di euro sulla strada parco: sul registro degli indagati ci sono i nomi e i cognomi del presidente della Gtm Michele Russo e di 2 dirigenti apicali delle ditte Balfour Beatty Rail e Vossloh Kiepe di Milano. È un’accelerazione improvvisa che arriva dopo la seduta del comitato Valutazione d’impatto ambientale (Via) che, il 3 luglio scorso all’Aquila, ha deciso di bloccare i lavori contestati dell’installazione dei magneti per la guida vincolata dei filobus: gli agenti della Mobile, coordinati dal dirigente Pierfrancesco Muriana, hanno perquisito gli uffici della Gtm, l’azienda di trasporto pubblico, in via Raiale e, poi, sono partiti per Milano per passare al setaccio le sedi delle ditte che, nel 2006, hanno vinto l’appalto per gli 8 chilometri tra il capolinea dell’area di risulta a Pescara e quello dei Grandi alberghi a Montesilvano. I faldoni appena sequestrati si trovano in questura, via Pesaro, ma l’indagine è riservata e nessuno vuole rivelare il contenuto dei computer e degli atti finiti sotto la lente di ingrandimento.

Squadra mobile alla Gtm. La perquisione alla Gtm è stata eseguita da poliziotti in borghese, arrivati su auto civetta senza sirene: un’attività sotto traccia che, però, è stata notata dai dipendenti dell’azienda di trasporto e da fonti sindacali. A confermare il blitz è proprio Russo: «Il nostro spirito è quello di collaborare con l’autorità giudiziaria. Ci hanno chiesto documenti e li abbiamo consegnati», così spiega il presidente della Gtm che, però, dice di non essere a conoscenza degli sviluppi dell’inchiesta. A quanto risulta, però, la polizia è entrata alla Gtm esibendo un decreto di perquisizione a carico di Russo e lo stesso Russo ha posticipato la partenza di una vacanza con la famiglia.

Trasferta a Milano. Lo stesso decreto di perquisizione, firmato dal pm Valentina D’Agostino, è stato mostrato anche negli uffici milanesi della Balfour Beatty, in via Lampedusa, e della Vossloh, in via Puecher a Cernusco sul Naviglio. Gli indagati sono 2 esponenti di spicco delle aziende.

Computer e appunti. I poliziotti si sono concentrati sui computer delle ditte, scavando negli scambi di e-mail tra le aziende e la Gtm, e nella ricerca di appunti scritti a mano e annotazioni sui contratti d’appalto.

Tre reati. Sono pesanti i reati contestati sul decreto di perquisizione a carico di Russo e dei dirigenti della Balfour Beatty e della Vossloh: le ipotesi degli inquirenti – basate su una perizia di 35 pagine stilata dai docenti Giulio Maternini di Tecnica ed economia dei trasporti alla facoltà di Ingegneria dell’università di Brescia e Federico Gualandi di Diritto amministrativo all’università di Venezia – sono truffa aggravata, frode nelle forniture pubbliche e falso. Secondo le prime risultanze dell’indagine, gli atti della filovia sarebbero stati falsati per coprire presunti buchi nella procedura dell’appalto.

Tre indagati. Per adesso, gli indagati sono soltanto 3 ma gli accertamenti della polizia e della procura continuano e riguardano anche altre persone: è possibile, quindi, che la lista degli indagati si allunghi.

Infrazione europa. Il cambio di marcia dell’inchiesta va di pari passo con la procedura di infrazione e controllo avviata dall’Unione europea dopo un esposto del Wwf: un’attività, quella dell’Europa, che si concentra su 3 versanti e cioè caratteristiche dei lavori tra Pescara e Montesilvano, impatto ambientale dei 191 pali e fili sulla strada parco e dibattito pubblico. Sono gli stessi 3 temi che gli ambientalisti – dall’associazione Strada parco di Mario Sorgentone, al Wwf e a Rifondazione comunista con un esposto firmato dal consigliere regionale Maurizio Acerbo – hanno gridato fin dal 2006 a oggi: un’opera «imposta» che, senza la Via, è sfuggita al confronto pubblico.

Atti della Regione. Non è così per la Regione Abruzzo: alla Commissione europea il dirigente Antonio Sorgi ha scritto una nota per spiegare perché la filovia non è stata sottoposta alla Via e, a Bruxelles, ha mandato anche copie della «rassegna stampa». «Come ampiamente dimostrato dalla rassegna stampa allegata», ha scritto Sorgi, «all’esito dell’aggiudicazione, da parte della Gtm, della gara per la realizzazione dell’intervento (12 luglio 2006) e a margine dell’affollata conferenza stampa organizzata dalla Gtm il 17 luglio 2006 per la presentazione del sistema Phileas vincitore dell’appalto, si sono sviluppate ampie discussioni tra le istituzioni pubbliche (Comune di Montesilvano, Pescara, Regione), amministratori locali e associazioni di cittadini (associazione strada Parco), nonché un ampio e acceso dibattito tra il cosiddetto fronte del “no” e del “sì” sulle caratteristiche dell’innovativo sistema di trasporto pubblico locale e sui relativi impatti sull’ambiente e sulla salute pubblica ad esso ricollegabili, che è sfociato in richieste di referendum popolari e di accesso agli atti e ai documenti tecnici e amministrativi».

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