PESCARA
Geriatria scoppia, pazienti in corridoio
Camere strapiene nel reparto, personale insufficiente. E il Comune convoca un Consiglio straordinario con i vertici Asl
PESCARA. «In genere il personale della Geriatria è metaforicamente paragonato a Enea che porta sulle spalle l’anziano papà Anchise. Qui a Pescara, invece, la realtà è un’altra: ci sentiamo come Atlante che porta sulle sue spalle il peso di tutto il mondo».
La racconta così il direttore dell’unità operativa complessa di Geriatria dell’ospedale civile, Emilio Simeone, descrivendo la situazione di estrema sofferenza di un reparto che ciclicamente finisce al centro delle cronache per il picco di pazienti, i lettini sistemati nei corridoi, gli spazi ridotti all’osso, la carenza di medici e infermieri e, nei casi più gravi, il blocco temporaneo dei nuovi ingressi per tamponare le emergenze.
I problemi cronici della Geriatria sono stati inquadrati appena due mesi fa anche dalle telecamere del Tg5. Adesso, dopo un’estate bollente che ha fatto registrare il caso limite di 72 pazienti ospitati al sesto piano dell’ospedale civile, il caso sarà al centro di un consiglio comunale straordinario. La seduta si terrà martedì pomeriggio a partire dalle 17.30, convocata dal presidente del consiglio comunale Francesco Pagnanelli su sollecitazione del consigliere Massimiliano Pignoli per cercare di snocciolare il problema e trovare una soluzione attraverso il coinvolgimento di forze politiche e vertici sanitari quali il direttore generale della Asl Armando Mancini e il direttore sanitario Valterio Fortunato.
Sono anni, ormai, che il reparto di Geriatria è al collasso. I suoi 52 posti letto, come da rideterminazione regionale, all’occorrenza diventano molti di più con l’aggiunta di lettini nelle camere e barelle persino nelle corsie. «In questi mesi estivi», racconta il primario Simeone, «abbiamo avuto una media di 60 pazienti ricoverati al giorno. È una situazione di sofferenza cronica, ma che viviamo quotidianamente ed quindi diventata la normalità». Basta scorrere i numeri del personale medico e infermieristico in servizio per accorgersi degli organici ridotti all’osso: 10 medici in servizio, 11 operatori socio sanitari e 30 infermieri, di cui «circa il 70 per cento interinali, con contratti in scadenza il 31 agosto», dice Simeone, ammettendo che per gestire le emergenze «ci vorrebbero almeno due medici in più, oltre che spazi più grandi, più camere e una palestra per garantire la funzione riabilitativa, in modo da riuscire a mandare i pazienti a casa con un minimo di autonomia. Ma è un discorso che vale anche per gli altri reparti dell’ospedale».
Nei giorni scorsi il problema è stato affrontato anche in un incontro in Prefettura a cui ha fatto seguito l’emanazione da parte della Asl di una delibera che prevede la ridistribuzione dei ricoveri a partire dall’ingresso al Pronto soccorso. «Il nuovo modello organizzativo», spiega il direttore sanitario Fortunato, «andrà a regime in autunno e prevede la razionalizzazione dei ricoveri, adottando il criterio dell’età in presenza di pluripatologie. Gli infermieri interinali in scadenza di contratto saranno rinnovati, non lasceremo il reparto sprovvisto di personale».
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