Ginecologo accusato di violenza sessuale: “Le mostrai un sito porno per dovere professionale”
Il ginecologo Francesco Ciarrocchi si difende in aula dall’accusa di violenza sessuale durante una visita ginecologica: «Ho applicato la scienza, era stata lei a chiedermi di farle un controllo per dei problemi che aveva»
TERAMO. Un filo conduttore a legare due ore serrate di domande e risposte: «Nessun abuso, durante quella visita ginecologica ho fatto il medico eseguendo con le mani dei test medici previsti dalle linee guida internazionali». Il ginecologo Francesco Ciarrocchi parla nell’aula in cui è a processo per presunti abusi sessuali su una ragazza che sarebbero avvenuti durante una visita nel suo ambulatorio privato. Lo fa nell’esame da imputato a cui si sottopone respingendo ogni accusa così come già fatto tre anni fa davanti al gip dopo la misura cautelare degli arresti domiciliari (poi revocati dal Riesame con l’applicazione della sospensione dall’attività professionale).
Racconta di aver conosciuto la giovane durante una campagna elettorale (il medico è assessore comunale a Montorio) e davanti alla sua richiesta di occupazione di averle detto di andare nel suo studio medico per un periodo di osservazione: «Le avevo detto che non era un lavoro per lei visto che io ho sempre avuto personale specializzato. La ragazza non lavorava per me, stava svolgendo un periodo di osservazione e io le avevo già detto che non pensavo fosse idonea a quel tipo di servizio». Secondo la sua versione , durante questo periodo la giovane gli avrebbe chiesto di essere visitata «manifestandomi una certa sintomatologia». Visita avvenuta durante un pomeriggio in cui nell’ambulatorio erano presenti solo loro due. «Quel pomeriggio», dice rispondendo alle domande del pm Francesca Zani, «la mia infermiera collaboratrice era stata impossibilitata ad essere presente durante degli appuntamenti con delle pazienti e mi aveva detto che sarebbe venutala ragazza. Quando ho finito con gli appuntamenti in programma, lei mi ha chiesto di essere sottoposta a visita medica. Era molto tesa e le ho sempre spiegato tutto quello che di volta in volta facevo. Quando ho finito, lei si è seduta sul lettino, abbiamo parlato e alla mia domanda se avesse mai avuto un orgasmo mi ha detto di no. A questo punto le ho detto che le avrei fatto due test specifici per vedere se si trattava di qualcosa di natura psicologica o biologica. Alla ragazza ho fatto con un test vaginale e un test clitorideo. È stato un atto medico. Ho applicato la scienza e basta. Non c’è stato mai nessun abuso, mai nessun test di piacere». Nella denuncia la giovane ha raccontato che il professionista le avesse detto di vedere un film porno. «Niente di tutto questo», dice il medico in aula, «i due test mi hanno fatto capire che il suo problema era di natura psicologica e di questo le ho parlato evidenziando come fosse necessario conoscere il proprio corpo. E a questo proposito le ho detto “se non ti viene lo stimolo a fare certe cose si può sempre vedere un film hard”. E per questo le ho fatto vedere sul mio cellulare l’homepage del sito Youporn dicendole che poteva guardare su questo canale».
Ciarrocchi, inoltre, racconta che prima della denuncia sarebbe stato avvicinato da un uomo (non identificato) che gli avrebbe chiesto dei soldi «per mettere a posto la situazione, così eviterai lo scandalo e i soldi per le parcelle. Te la puoi cavare con 50mila euro. Non l’ho denunciato su consiglio di avvocati e di persone che fanno il vostro mestiere (rivolgendosi ai magistrati presenti in aula (ndr)». Nel corso dell’udienza è stato sentito anche Domenico Arduini, consulente medico nominato dalla difesa di Ciarrocchi rappresentato dagli avvocati Guglielmo Marconi e Tommaso Navarra. La ragazza si è costituita parte civile rappresentata dall’avvocato Monica Passamonti. Il collegio è presieduto dalla giudice Claudia Di Valerio (a latere i giudici Emanuele Ursini e Martina Pollera).
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