Giudice di pace, piano di salvataggio

Penne, il Comune lavora per trovare le risorse necessarie per evitare la chiusura della sede

PENNE. L’amministrazione comunale lotterà per mantenere in città l’ufficio del giudice di Pace. È questa la ferma volontà della maggioranza del sindaco Rocco D’Alfonso che sta lavorando per trovare le risorse necessarie ad accollarsi le spese per la gestione del personale e delle utenze del presidio pennese della magistratura onoraria, cancellato di fatto dalla geografia giudiziaria regionale, così come gli altri della provincia pescarese (San Valentino e Pianella), dal decreto legislativo varato dal governo Monti il 10 agosto. Ma il provvedimento stesso, che entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, lascia aperto uno spiraglio per evitare che gli uffici decentrati non ubicati nei capoluoghi di provincia vengano soppressi: sono i Comuni interessati a dover sostenere gli oneri di funzionamento, tranne lo stipendio del giudice. Gli enti locali dunque, a partire dalla pubblicazione, hanno 60 giorni per formulare le loro richieste. A Penne il dibattito sulla questione è aperto da mesi e tutte le forze politiche, in modo trasversale, stanno cercando di individuare la strada più percorribile. Per Antonio Baldacchini del Pdl una soluzione sarebbe quella di utilizzare gli utili provenienti dalla società pubblico privata Vestina Gas, ma il sindaco, rispondendo al coordinatore cittadino del centrodestra pennese traccia la propria strada e quella del suo partito, il Pd. «Baldacchini arriva tardi e non propone nulla di nuovo», dichiara D'Alfonso, «le forze politiche della coalizione si trovano d’accordo nel mantenere a Penne l’ufficio del giudice di Pace, anche attraverso uno sforzo economico del Comune per sostenerne i costi di gestione, consapevoli di quanto sia importante per la città conservare questo importante presidio giudiziario. Ho già dato mandato alla responsabile del settore Bilancio, Antonella Cicoria, di effettuare una stima delle utenze per valutare gli oneri che sarebbero a carico del bilancio municipale». Sulla necessità di preservare questa istituzione, interviene anche il presidente del consiglio comunale, l’avvocato Gabriele Vellante, incaricato di costituire un gruppo di lavoro per affrontare tutti gli aspetti di questa operazione. «Difendere l’ufficio del giudice di Pace è una priorità di questa amministrazione, una battaglia che bisogna vincere per la nostra cittadina e per l’intera area vestina». Per il segretario del Pd Piero De Bonis il dibattito si sposta sul piano politico. «Vogliamo tranquillizzare Baldacchini e il Pdl», dice, «sul fatto che Penne ha ancora un indubbio ruolo di guida nell’area vestina. Non accettiamo lezioni da un partito che ha gettato nel 2011 le basi di questa riforma».

Claudia Ficcaglia

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