L'arrivo di una delle salme al porto di Giulianova (foto Luciano Adriani)

Giulianova, peschereccio affonda per il maltempo: morti due marittimi  

L’imbarcazione è scomparsa a 2 miglia dalla costa per una burrasca. Recuperati i corpi delle vittime: sono l’armatore Elia Artone e Carlo Mazzi. Lo strazio di una figlia sulla banchina: «Maledetto il mare»

GIULIANOVA. Se li è portati via una burrasca. Il mare li ha inghiottiti a non più di due miglia dalla costa mentre stavano rientrando nel porto di Giulianova. Elia Artone di 64 anni, proprietario dell’imbarcazione, e Carlo Mazzi, marittimo di 53 anni, sono morti ieri pomeriggio nel naufragio dell’Eliana, un piccolo motopesca di 12 metri, ribaltato dalle onde gonfiate da un vento che in quel momento soffiava impetuoso davanti alla costa giuliese.
LE RETI IMPIGLIATE. L’allarme lo hanno lanciato verso le 15 i familiari di Artone, preoccupati perché dopo l’ultima telefonata fatta intorno alle 13.30 non erano più riusciti a mettersi in contatto con la barca. In quella chiamata Artone parlava di un problema con le reti che non riusciva a salpare, forse perché si erano impigliate nell’elica o per qualche altro problema. «Diceva che le voleva tagliare», racconta tra le lacrime una parente mentre attende sulla banchina del porto il ritorno delle motovedette con le salme, «poi non abbiamo sentito più niente. Il telefono non prendeva, non prendeva...». Non era solo un presentimento di quanto stava per accadere, o forse era già accaduto, a mettere in ansia i familiari: il cielo nero di nuvole minacciose e le raffiche di vento che stavano spazzando anche il porto non facevano presagire nulla di buono e così hanno avvisato la guardia costiera. Se l’incidente con le reti abbia avuto una parte nel naufragio al momento non è dato sapere: lo stabilirà l’inchiesta disposta dal magistratura.

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LE RICERCHE. L’allarme viene girato alla sala operativa della capitaneria di porto di Pescara che fa partire tre motovedette da Giulianova, Pescara e San Benedetto del Tronto facendole dirigere nella zona di mare in cui presumibilmente si trova il motopesca. Arriva anche un elicottero che viene dirottato mentre è in volo da Pescara alla base aerea di Sarzana, in Liguria. Insieme ai mezzi della guardia costiera e anche alcuni pescherecci della marineria giuliese partecipano alle ricerche, rese difficili dalle pessime condizioni meteo e dal fatto che l’Eliana non ha a bordo un sistema per la localizzazione satellitare. Alle 17.45 – così riferisce la capitaneria di Pescara – vengono localizzati alcuni resti dello scafo e poco dopo, intorno alle 18.20, l’elicottero avvista il corpo senza vita di uno dei membri dell’equipaggio e cinque minuti dopo anche l’altro. Siamo a meno di due miglia dall’imboccatura del porto, una circostanza che rende la tragedia ancora più amara e dolorosa. Sono poi i sommozzatori della guardia costiera, coadiuvati da una squadra di sub della Croce Rossa, a recuperare i corpi in mare e a caricarli sulla motovedetta.

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LO STRAZIO SULLA BANCHINA. Mentre sono in corso le ricerche, sulla banchina di riva del porto si forma una folla di familiari, amici, colleghi pescatori e semplici curiosi, colpiti anche loro dalla tragedia. Quando arriva la notizia del ritrovamento dei corpi, che toglie ogni residua speranza, cala il gelo mentre si levano le urla di dolore dei familiari ancora increduli. Non resta che attendere il rientro delle motovedette che intorno alle 20 depositano le salme sul pontile dove restano per lunghi minuti prima che vengano messe nelle bare di acciaio e caricate sui carri funebri. Un prete dà l’estrema unzione alle due vittime del naufragio e poco a poco la folla si dirada. È ormai buio, sulla banchina resta solo il silenzio e l’eco delle parole disperate della figlia di uno dei due pescatori: «Maledetto il mare, maledetto il mare».
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