Ikea, è scontro sulle raccomandazioni

Acerbo: fuori i nomi dei politici. Di Stefano: querelo chi diffama gli amministratori
PESCARA. «Se davvero vuole dimostrare di essere aliena dalle pratiche clientelari, invece di fare qualunquismo, Ikea renda pubblici i nomi di chi fa le raccomandazioni. Chi sono e a quale partito appartengono i politicanti che hanno fatto pressioni?». A chiederlo è il capogruppo di Rifondazione comunista in consiglio regionale, Maurizio Acerbo.
Continua a far discutere la vicenda della multinazionale svedese che avrebbe rimproverato un politico abruzzese, invitandolo a non fare pressioni per eventuali assunzioni, in vista dell'apertura del punto vendita di San Giovanni Teatino.
La notizia è emersa su Facebook e Twitter, grazie al coordinatore regionale Giovani dell'Italia dei valori, Giampiero Riccardo. «Sono venuto a sapere che Ikea ha mandato una lettera ad un politico», ha spiegato Riccardo, «invitandolo a smettere con le pressioni, e non escludo che richiami analoghi siano arrivati anche ad altri».
«Fuori i nomi», riprende Acerbo, che attacca la politica locale, colpevole anche di avere «autorizzato un insediamento così impattante dal punto di vista ambientale e socioeconomico, senza nemmeno contrattare che le assunzioni fossero con contratti a tempo indeterminato».
Crede che sia opportuno «fare nome e cognome di questi politici» anche il senatore e vice coordinatore regionale del Pdl, Fabrizio Di Stefano, che, comunque, sottolinea la «poca serietà della notizia».
«Se si continuerà a generalizzare la questione», aggiunge il parlamentare di centrodestra, «sarò costretto a muovere un'azione legale contro chi diffama l'operato e la trasparenza degli amministratori. Non vorrei, invece, si trattasse di una trovata per fare pubblicità a un marchio, e questo sì, sarebbe davvero grave».
Sulla vicenda interviene anche il sindaco di San Giovanni Teatino, Luciano Marinucci, che già in campagna elettorale, lo scorso anno, aveva auspicato - con tanto di richiesta formale ad Ikea - una selezione del personale non soggetta a pressioni di alcun tipo.
«Mi auguro che la lettera non sia mai stata spedita», afferma Marinucci, «poiché sarebbe la spia di un modo di procedere della "vecchia politica", che ho sempre rifiutato, sia nelle parole, sia nei fatti».
Il segretario regionale della Cisl, Maurizio Spina, da parte sua, si augura che questo sia «solo l'ultimo segnale di un modo di fare politica superato».
«Il lavoro dovrebbe essere creato a partire da due grandi fattori», aggiunge Spina, «competenze e politiche attive del lavoro. Questo episodio è sinonimo di come la politica non riesca a comprendere la fase di cambiamento che il Paese sta vivendo».
Secondo Sandro Giovarrusso, della segreteria regionale Cgil, «dobbiamo smetterla con la logica delle raccomandazioni: mortifica la professionalità, che, invece, deve essere lo strumento di selezione. E' necessario cominciare a ristabilire i criteri del merito, della competenza e, appunto, della professionalità».
Per il segretario regionale della Uil-Tucs, Mario Miccoli, infine, «è evidente che la vecchia politica non è mai andata via, specialmente in Abruzzo. Invece di elaborare strategie per la crescita e per lo sviluppo, i politici continuano a perseverare con queste logiche antiche».
«Ci si concentri sul turismo, che, al contrario di questi centri commerciali», conclude Mario Miccoli, «ha un valore indelocalizzabile».
Continua a far discutere la vicenda della multinazionale svedese che avrebbe rimproverato un politico abruzzese, invitandolo a non fare pressioni per eventuali assunzioni, in vista dell'apertura del punto vendita di San Giovanni Teatino.
La notizia è emersa su Facebook e Twitter, grazie al coordinatore regionale Giovani dell'Italia dei valori, Giampiero Riccardo. «Sono venuto a sapere che Ikea ha mandato una lettera ad un politico», ha spiegato Riccardo, «invitandolo a smettere con le pressioni, e non escludo che richiami analoghi siano arrivati anche ad altri».
«Fuori i nomi», riprende Acerbo, che attacca la politica locale, colpevole anche di avere «autorizzato un insediamento così impattante dal punto di vista ambientale e socioeconomico, senza nemmeno contrattare che le assunzioni fossero con contratti a tempo indeterminato».
Crede che sia opportuno «fare nome e cognome di questi politici» anche il senatore e vice coordinatore regionale del Pdl, Fabrizio Di Stefano, che, comunque, sottolinea la «poca serietà della notizia».
«Se si continuerà a generalizzare la questione», aggiunge il parlamentare di centrodestra, «sarò costretto a muovere un'azione legale contro chi diffama l'operato e la trasparenza degli amministratori. Non vorrei, invece, si trattasse di una trovata per fare pubblicità a un marchio, e questo sì, sarebbe davvero grave».
Sulla vicenda interviene anche il sindaco di San Giovanni Teatino, Luciano Marinucci, che già in campagna elettorale, lo scorso anno, aveva auspicato - con tanto di richiesta formale ad Ikea - una selezione del personale non soggetta a pressioni di alcun tipo.
«Mi auguro che la lettera non sia mai stata spedita», afferma Marinucci, «poiché sarebbe la spia di un modo di procedere della "vecchia politica", che ho sempre rifiutato, sia nelle parole, sia nei fatti».
Il segretario regionale della Cisl, Maurizio Spina, da parte sua, si augura che questo sia «solo l'ultimo segnale di un modo di fare politica superato».
«Il lavoro dovrebbe essere creato a partire da due grandi fattori», aggiunge Spina, «competenze e politiche attive del lavoro. Questo episodio è sinonimo di come la politica non riesca a comprendere la fase di cambiamento che il Paese sta vivendo».
Secondo Sandro Giovarrusso, della segreteria regionale Cgil, «dobbiamo smetterla con la logica delle raccomandazioni: mortifica la professionalità, che, invece, deve essere lo strumento di selezione. E' necessario cominciare a ristabilire i criteri del merito, della competenza e, appunto, della professionalità».
Per il segretario regionale della Uil-Tucs, Mario Miccoli, infine, «è evidente che la vecchia politica non è mai andata via, specialmente in Abruzzo. Invece di elaborare strategie per la crescita e per lo sviluppo, i politici continuano a perseverare con queste logiche antiche».
«Ci si concentri sul turismo, che, al contrario di questi centri commerciali», conclude Mario Miccoli, «ha un valore indelocalizzabile».
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