Il buon cibo, le schifezze e i bambini
«Mio padre mi fa mangiare bene, una volta mi ha raccontato che un succo tiene solo schifezze e che per dare il gusto ci mettono solo l’uno per cento di frutta: quand’era piccolo, invece, la sua mamma gli faceva il succo per la scuola...».
Queste parole le ha scritte una bambina di quinta di Pescara, Elena, e sono tratte da uno dei tantissimi fogli di classe che gli istituti abruzzesi hanno realizzato aderendo con entusiasmo alla nostra “Scuola di giornalismo”. Sono pagine bellissime, vere, spesso commoventi e un po’ buffe: in tutte c’è il segno di un impegno, di una scuola che, grazie alla dedizione di tanti splendidi insegnanti, è molto migliore di come la si dipinge all’esterno.
I temi che avevamo proposto erano tre: il cibo, la solidarietà e la tutela del territorio. Il primo è stato il più gettonato, con pagine che spaziano appunto dal timore di mangiare schifezze («...anche per via della crisi le persone sono spinte a comprare cibi preconfezionati e trattati perché hanno un costo inferiore», scrivono sei piccoli reporter di Castel di Sangro) alla paura di ingrassare («...mi ritengo fortunato di essere intollerante al latte, altrimenti peserei più di tutta la mia famiglia insieme», chiosa Andrea) e all’orgoglio di quanto si produce di buono in questa terra.
Il tema della solidarietà, invece, è stato trattato soprattutto per quel che riguarda il rapporto con i compagni disabili e con gli immigrati. A uno di questi ultimi, Carlos, un gruppo di studenti di seconda media della De Lollis di Chieti ha chiesto a bruciapelo: gli italiani sono razzisti? Risposta: «La maggior parte lo sono, si vede che alla gente non piacciono le persone di colore».
Quanto alla tutela del territorio, infine, trapela tutta l’insofferenza dei nostri ragazzi per l’incuria e il vandalismo che segnano ogni metro di città e paesi. E anche la richiesta di punizioni più severe per chi sgarra. Domani mattina festeggeremo questo lavoro di ricerca e riflessione, un piccolo grande reportage sull’Abruzzo di oggi: alle scuole rinnoviamo l’invito ad esserci, a tutti voi buona domenica.