La salma di Thomas viene portata via dal luogo del delitto

PESCARA

Il fratello di uno dei minorenni indagati: "Paghi per ciò che ha fatto a Thomas" / AGGIORNAMENTI

Città sotto choc, bigliettini e fiori sul luogo dell'omicidio. Ed emergono altri risvolti agghiaccianti su quanto avvenuto. Il racconto del testimone-chiave, la foto al mare e la frase: "E' morto". La nonna di Thomas: non si può uccidere un ragazzino così

PESCARA. «È pur sempre mio fratello, gli vorrò sempre bene però paghi il giusto per quello che ha fatto. Ha bisogno di fare gli anni negli istituti dove può essere aiutato. Non chiediamo sconti, crediamo nella giustizia.». Lo ha detto al Tg1 il fratello di uno dei due indagati minorenni per l'omicidio di Thomas Luciani, 17 anni. «Ora devo fare i conti con la ferocia e l'indifferenza di cui parlano le indagini - ha aggiunto il giovane - io ho pianto per Thomas, a me e alla mia famiglia dispiace innanzitutto per Thomas perché lui non c'è più. Da domenica sto vivendo l'inferno. Mio fratello è accusato di questo massacro e se ha sbagliato dovrà pagare».

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Intanto Pescara è sotto choc per i risvolti di violenza che si susseguono sull'omicidio. Girando per le vie, il terribile fatto di cronaca è uno dei principali argomenti di conversazione. Sui social tanti i post e i commenti agli articoli di stampa. I temi principali tirati in ballo dagli utenti, oltre alla sicurezza in città, sono il disagio giovanile, il ruolo dei genitori e quello della scuola.

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Tanti, inoltre, coloro che hanno raggiunto il parco Baden Powell, a due passi dal centro cittadino, dalla stazione e dal conservatorio, accanto alla parrocchia Beata Vergine Maria Regina della Pace. Oltre all'area verde vera e propria, sul retro sono presenti due campetti di calcio che costeggiano la ferrovia. In tanti hanno lasciato fiori e biglietti in memoria del 17enne.

UNA FOTO SUL TELEFONO E LE IMMAGINI DELLE TELECAMERE. Un altro risvolto è emerso su quanto successo dopo l'omicidio. Sul telefono di uno dei due 16enni fermati per l'omicidio è stata trovata una foto in spiaggia, con pugno sul petto e atteggiamento fiero. È stata scattata alle 18,21 di domenica, poco dopo il delitto nel parco. Lo smartphone in questione fa parte del materiale sottoposto a sequestro. L'immagine è allegata al decreto di fermo della Procura presso il Tribunale per i Minorenni dell'Aquila.

Nel provvedimento sono presenti anche alcuni fotogrammi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona del parco. Si vede il gruppetto di ragazzi, tra cui la vittima, all'interno dell'area verde, alle ore 16,54. Poi alcuni di loro si spostano verso la vegetazione, dove il 17enne è stato ucciso. Dalla vegetazione usciranno poi alle 17,21. «Il ragazzo con la felpa bianca e le bermuda blu, poi identificato in Luciani Christopher Thomas - si legge - non si vedrà più uscire». Le immagini consentono di confermare anche quanto emerso dalle testimonianze dei ragazzi e, cioè, che uno dei presunti assassini si è cambiato tra la vegetazione, prima di ricomparire davanti alle telecamere.

IL TESTIMONE CHIAVE E QUELLA FRASE: "E' MORTO". «Io sono rimasto attonito e non ho avuto la forza di reagire, quando poi ci siamo ricongiunti al resto del gruppo tutti hanno saputo che cosa era successo perché io, giunto per primo, l'ho raccontato. Nonostante l'accaduto siamo andati al mare a fare il bagno». È un altro dei passaggi della testimonianza del 16enne che ha lanciato l'allarme dopo l'omicidio del 17enne, contenuta nel decreto di fermo. Il ragazzo, dopo il bagno al mare, una volta a casa, presumibilmente tre o quattro ore dopo i fatti, ha raccontato tutto ai genitori, facendo scoprire l'accaduto. «Io non ho reagito in alcun modo - ha detto ancora il giovane - Christopher faceva dei versi quasi di morte e loro gli dicevano di stare zitto. Lui era a terra, con una gamba accavallata all'altra, ripiegato per terra, esposto ai colpi sul fianco destro». E ancora: «Io ero davvero frastornato ed ho capito che non era qualcosa che potessi tenere per me e quindi ne ho parlato» con il padre, che poi ha lanciato l'allarme. Durante l'interrogatorio il giovane ha anche mostrato lo scambio di messaggi con un altro ragazzo del gruppo, in cui «si parla della necessità di denunciare l'accaduto». Il testimone chiave del delitto, ha raccontato l'amico durante la testimonianza, una volta uscito dalla vegetazione «era completamente giallo in viso e sembrava stesse per finire». «Mi accorgo che è completamente scioccato», ha raccontato un altro giovane del gruppo, ascoltato dagli inquirenti. «Gli chiediamo che cosa sia successo e lui ci dice "è morto". Dopo poco escono dal vicolo» anche i due ragazzi sottoposti a fermo, «non ricordo le parole precise che hanno detto. Ci hanno fatto capire che è morto e che lo avevano accoltellato».

LA NONNA DI THOMAS: "NON SI PUO' UCCIDERE UN RAGAZZINO COSI'". «Tanto la giustizia prima o poi viene a galla. Spero». Così Olga, nonna di Christopher Thomas Luciani, si rivolge agli assassini del nipote, intervistata dalla Tgr Abruzzo. «Non si può uccidere un ragazzino così. Era mingherlino, piccolino - ricorda - Era un ragazzo d'oro. Aveva i grilli che hanno tutti i ragazzi di questa età. Non era un drogato e non era un tossico. Aveva tre anni e mezzo quando l'ho preso. L'ho cresciuto io, sono stata la mamma». Alla domanda se la madre verrà qui, la donna risponde: «Mi chiede una cosa impossibile, non vuole vedere suo figlio in una bara».