Il Pd accusa: salve solo le indennità

29 Aprile 2009

D’Alessandro e Ruffini: da giugno Comuni paralizzati

PESCARA. «Il centrodestra taglia tutto tranne le indennità». E’ l’accusa lanciata dai consiglieri regionali del Pd, Camillo D’Alessandro Claudio Ruffini che contestano le scelte del Consiglio regionale approvate dal Pdl. «La maggioranza di centrodestra boccia la riduzione dell’indennità dei consiglieri mentre taglia del 75 per cento la spesa sociale agli enti locali», scrivono i due esponenti del Pd, «da giugno saranno paralizzati i servizi dei Comuni mentre si sarebbe voluta per legge la trasformazione delle strutture industriali in centri commerciali», sostengono i due esponenti del partito democratico. «Siamo al trionfo della politica dell’annuncio che affoga in una bolla mediatica la politica reale», dice Ruffini.
 «I consiglieri regionali di centrodestra, in un sol colpo», osserva l’esponente del Pd, «hanno affondato i servizi sociali destinati alle fasce più deboli della società bambini, anziani e disabili, riducendo del 75 per cento il Fondo, e si garantiscono il mantenimento delle indennità».
 Per l’opposizione nel Consiglio regionale del 24 aprile, «è stata scritta una delle pagine più brutte di questa istituzione», dice il consigliere regionale Ruffini, «in un momento così difficile per gli abruzzesi, con una Regione finita sotto le macerie, la maggioranza di centro destra, ha bocciato la proposta del Pd che riduceva indennità e vitalizi dei consiglieri regionali, ponendoli tra i più bassi d’Italia. Nel corso della stessa seduta sono stati tolti nel bilancio regionale fondi per le politiche sociali. Comuni, Comunità montane, Ambiti sociali, saranno costretti a interrompere i servizi oppure a rivolgersi ad un avvocato per far rispettare gli impegni già sottoscritti».
 «Con i fondi dei soli enti locali», prosegue Claudio Ruffini, «i servizi sociali potranno essere garantiti solo a fine giugno: dopo quella data si rischia l’interruzione». Per gli esponenti del Pd il centrodestra, si è presentato in aula con delle «norme vergogna» ritirate, sostengono «solo grazie alla netta opposizione del centro-sinistra».
 «Mai come in questa occasione», racconta il capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro, «l’opposizione ha evitato che la destra e Chiodi consegnassero alla storia norme vergogna».
 «Nel momento più drammatico, tra crisi economica e terremoto, la maggioranza ha portato in aula tre proposte», polemizzano Ruffini e D’Alessandro, «la sanatoria dei sottotetti con l’Udc che non ha perso l’occasione di proporre che scantinati e garage diventassero abitabili; la possibilità di recintare le concessioni demaniali, cioè gli stabilimenti balneari, coprendo vista ed accesso al mare; modifiche alla legge sul commercio che consentissero la trasformazione della destinazione d’uso dei capannoni da industriali o artigianali in commerciali, favorendo la chiusura delle fabbriche, aprendo negozi e mandando gli operai a casa».