Il Pdl si spacca in Abruzzo, a Pescara è rivolta
Nessun candidato eleggibile nella città adriatica, Sospiri pronto a lasciare, Pagano sosterrà Rialzati Abruzzo. Presentate tutte le liste per le politiche del 24 e 25 aprile
PESCARA. Il problema sembrava essere la candidatura degli «impresentabili» Antonio Razzi e Domenico Scilipoti. Invece il Pdl abruzzese sta implodendo per una lotta di territori. Pescara, la città più ricca e popolosa della regione per la prima volta in 20 anni non avrà un rappresentante del partito berlusconiano in Parlamento. Uscito per sua decisione il senatore Andrea Pastore, cancellato per opportunità Sabatino Aracu imputato nel processo Sanitopoli («Non ne faccio un dramma, tornerò a occuparmi della mia federazione», ha commentato il deputato presidente della federazione hockey-pattinaggio. E a proposito di sport non si ricandida l’avezzanese Mario Pescante ex presidente del Coni), il Pdl pescarese ha sofferto ieri il ritorno in grande stile di Teramo e dell’area marsicana-peligna che si accaparrano 2/3 dei posti certi (il terzo va a Gaetano Quagliariello capolista al Senato dietro Berlusconi), mentre Chieti dovrà sudare per ottenere il terzo seggio alla Camera. E’ l’effetto primarie mancate. Pescara avrebbe avuto la forza di esprimere alle urne un suo candidato, lasciata la palla la partito hanno vinto gli apparati e i legami romani.
A Montecitorio il capolista sarà il coordinatore del partito regionale e senatore Filippo Piccone, celanese e marsicano; al secondo posto il senatore di Teramo Paolo Tancredi, per il quale si è molto speso ieri Gianni Chiodi. Segue un altro senatore, il chietino Fabrizio Di Stefano, terzo alla Camera, una posizione non sfortunatissima, ma incerta vista la concorrenza di Fratelli d’Italia guidata dall’assessore regionale (teramano) Paolo Gatti, e della galassia montiana che prenderà consensi anche dai delusi del Pdl. Segue un avezzanese, Massimo Verrecchia, uomo di Piccone, segretario del Pdl marsicano, quindi nomi poco conosciuti e di rincalzo, destinati semplicemente a correre per i capilista. Al Senato dietro a Berlusconi e al vicepresidente dei senatori Pdl Quagliariello, c’è in posizione molto incerta l’imprenditrice sulmonese Paola Pelino, quindi un Antonio Razzi, «soddisfattissimo», ma destinato matematicamente a non essere rieletto. Dietro Razzi l’unica pescarese della lista Federica Chiavaroli («La nostra provincia è ingiustamente esclusa, ma noi siamo pronti a lavorare per ricostruire proprio da Pescara un partito giovane e forte»).
Ieri il gruppo dirigente del Pdl pescarese si è riunito in tutta fretta per discutere il da farsi. Aria tesa, parole grosse, voci di scissione. Il segretario provinciale Lorenzo Sospiri sembra intenzionato a lasciare carica e partito per abbracciare il partito della Meloni e di Gatti, Fratelli d’Italia. «Quelle proposte domenica erano liste vergognose, quelle di oggi lo sono meno ma manca il parlamentare di Pescara. Se il presidente Chiodi si fosse indignato anche dopo aver ottenuto la candidatura del suo concittadino Tancredi, peraltro sacrosanta, forse si sarebbe potuto evitare questo grave vulnus». Se l’atteggiamento di Chiodi «è inaccettabile», Sospiri attacca anche i coordinatori regionali Piccone e Di Stefano, che invita alle dimissioni: «A mio avviso non ci rappresentano più. Hanno fatto prevalere prima le correnti e poi gli interessi dei territori».
Molto deluso il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano che sperava in una candidatura e ora guarda con interesse alla lista dell’assessore Carlo Masci Rialzati Abruzzo: «Le liste del Pdl in Abruzzo» dice Pagano, «oltre al dato politico insoddisfacente, rappresentano uno sfregio per Pescara e la sua provincia. Mi riservo nelle prossime ore di valutare la mia permanenza nel partito e nel gruppo consiliare alla Regione. Tuttavia, posso annunciare che il mio impegno elettorale e quello di tanti amici che da tempo condividono un percorso politico chiaro e trasparente per Pescara e l’Abruzzo, si tramuterà nel voto dichiarato e convinto a favore della lista Rialzati Abruzzo al Senato». La lista di Masci sarà la vera spina al fianco del Pdl a Palazzo Madama, più di Fratelli d’Italia, e probabilmente entrerà nel giuoco per il secondo senatore. Questo Pdl non piace neanche al presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa: «Si allontana sempre di più dagli elettori e dai rappresentanti locali del partito, almeno in questa zona», dice, «una sorta di harakiri incomprensibile che inevitabilmente mi porta a dissociarmi dalle pratiche seguite» Testa spiega che con le liste elettorali e le polemiche sulle candidature «abbiamo assistito a uno spettacolo indecoroso, e la conseguenza è che il capoluogo adriatico è stato letteralmente ignorato, brutalmente tagliato fuori, cancellato dalla cartina politica». Queste sono «logiche e modi che non mi appartengono e non rappresentano quel Pdl in cui ho sempre creduto. Tagliare fuori Pescara pochi mesi prima delle regionali, tra l’altro, non ha niente di lungimirante».
Chi può trarre vantaggio da questa situazione è la pescarese Nicoletta Verì, capolista al Senato per la lista Monti e grande portatrice di voti che si affretta a rassicurare i pescaresi: «Monti ha scelto come capolista una donna che vive, lavora e fa politica da anni proprio su Pescara, riconoscendo dunque alla città quel ruolo di primo piano che rappresenta in Abruzzo».
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