PESCARA
Influenza, i medici di base: «Non ritireremo i vaccini»
In arrivo altre dosi: «Ma sono solo 10 a testa, troppo poche per i nostri pazienti»
PESCARA. «Se non riceveremo sufficienti dosi vaccinali per centinaia di pazienti rimasti scoperti da un mese, saremo costretti a non ritirare affatto le forniture di vaccini in arrivo e a invitare i pazienti a rivolgersi alla Asl e ai distretti sanitari. Perché mai, mai, discrimineremo i nostri assistiti al punto da decidere a chi fare la somministrazione e a chi no».
I medici di famiglia sganciano la "bomba" alla vigilia dell'arrivo, previsto per domani, di un quantitativo di 20mila dosi destinate alle quattro Asl regionali, come annunciato nei giorni scorsi dal direttore del dipartimento Sanità della Regione Abruzzo, Claudio D'Amario.
La provocazione dei rappresentanti sindacali di un migliaio di medici di base in Abruzzo (300 tra Pescara e provincia) - Silvio Basile, Smi; Nicola Grimaldi ed Evando Crisante, Snami; Franco Pagano e Guido Cerolini Forlini, Fimmg - è emersa ieri mattina nella sede Snami di via Montanara. Dopo aver fatto due conti e constatato che «non ci è arrivata alcuna comunicazione relativa alla ripresa della distribuzione, né la garanzia che a ogni medico verrà consegnato il quantitativo richiesto», i medici di famiglia mandano a dire ai vertici istituzionali che «con quelle 10-20 dosi a testa che ci toccherebbero, non riusciremmo mai a soddisfare le esigenze di oltre 55% degli assistiti in attesa da settimane».
«Come potremmo mai», si domandano, «scegliere a chi fare il vaccino e chi no, nessuno ci ha indicato criteri di distribuzione né priorità ed è ciò che chiederemo in una lettera al governatore Marco Marsilio e all'assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, comunque sempre ben disposta ad ascoltarci».
Delle 92mila dosi ordinate dalla Asl di Pescara per la campagna vaccinale 2020-2021, tra i primi di ottobre e novembre ne sono state dispensate 40mila a soggetti over 65 con patologie più o meno gravi. Per i pazienti di età inferiore portatori di patologie croniche, a cui sono destinate le prossime scorte di tetravalente, «non ci è stato comunicato se, recandosi ai centri vaccinali, dovranno esibire un certificato del medico curante attestante le suddette patologie oppure è sufficiente il tesserino di esenzione ticket della malattia o autocertificazione», si interrogano i medici territoriali.
Stretti nella morsa delle «minacce» dei pazienti «che ci torturano con centinaia di telefonate al giorno» e «dei pesanti ritardi accumulati dalla Regione nella fase di approvvigionamento e distribuzione delle dosi di vaccino», i professionisti di base, con questa uscita unanime dei sindacati, hanno voluto manifestare il disagio che stanno vivendo.
«E' un disservizio importante», commenta Nicola Grimaldi, Sindacato nazionale autonomo medici italiani, «non possiamo accettare l'idea di prendere poche dosi: ce ne vorrebbero almeno 100 per ogni medico, anche per noi che non ci siamo vaccinati. Dopo Natale, rischia di essere tardi se arriva l'influenza: perché un vaccino funzioni, ha bisogno di 7-10 giorni per sviluppare anticorpi. E poi da gennaio arriverà anche l'anti Covid che potrà essere somministrato anche a chi ha fatto l'antinfluenzale, ma non accadrà prima di febbraio-marzo». «O ci garantiscono un numero adeguato di vaccini o spingeremo i pazienti verso la Asl», sintetizza Pagano, Federazione italiana medici di famiglia, «noi non discrimineremo mai pazienti scegliendo chi deve o non deve farlo. Con le precedenti forniture siamo riusciti a vaccinare il 40-50% della popolazione assistita, abbiamo sollecitato le istituzioni già da luglio e promosso campagne pubblicitarie sul territorio. Vogliamo che i cittadini comprendano che noi siamo le vittime. Per ora dobbiamo ringraziare le temperature clementi e la protezione delle mascherine, se siamo solo alle prime avvisaglie dell'influenza che l'anno scorso di questi tempi era già esplosa».
«Non siamo alla lotteria dei vaccini, stiamo riflettendo sul da farsi», stempera Basile, Sindacato medici italiani.
copyright il Centro