Intelligenza artificiale, parla Teti
L’esperto abruzzese domani in commissione al Senato per la stesura della legge
CHIETI. L'Intelligenza artificiale cambierà il mondo, con benefici e rischi in tutti i settori. Il professor Antonio Teti, responsabile del Settore sistemi informativi e innovazione tecnologica dell'Università D'Annunzio di Chieti-Pescara ed esperto in Cyber security prenderà parte, domani, all'audizione della X commissione del Senato in vista dell'emanazione del decreto legge sull'Intelligenza artificiale. Teti fa parte del Comitato di governo sull'Ia, che si occuperà di redigere la legge che andrà approvata in aula nei prossimi mesi.
«La legge che verrà approvata entro fine anno», spiega Teti, «definirà le metodologie di utilizzo delle piattaforme di Intelligenza artificiale: come devono essere progettate e realizzate, quali devono essere i limiti di utilizzo delle informazioni e da dove devono essere acquisite, nel rispetto della privacy e quali saranno le strutture che dovranno esercitare il monitoraggio e controllo. L'orientamento è sull'Agid, l'Agenzia per l'Italia digitale per quanto riguarda le attività di indirizzo, e l'Acn, l'Agenzia di cyber security nazionale per il controllo e il rispetto delle regole e delle normative di legge». I campi di applicazione del nuovo testo legislativo che il governo si appresta ad approvare spaziano dalla sanità - uno degli ambiti più sensibili - alla pubblica amministrazione.
«Grande attenzione», afferma Teti, «viene riposta anche nella strutturazione di percorsi formativi già dalle scuole medie inferiori e superiori per capire come utilizzare queste piattaforme e quali i rischi che si corrono». La legge nazionale trae spunto dalla legge Ai Act varata a livello europeo sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Ma si pone un problema.
«Mentre l'Europa si sta dando delle regole precise», evidenzia il professor Teti, «all'estero, americani e cinesi la pensano diversamente. Ne deriva che le piattaforme europee e i motori di ricerca che utilizzeranno l'Intelligenza artificiale entro i limiti e con i paletti stabiliti dalla normativa saranno meno performanti rispetto a chi non ne tiene conto. Questo rischia di porre l'Europa in una posizione di netto svantaggio».
Se l'Intelligenza artificiale sarà in grado, come sta già dimostrando, di migliorare la vita dell'uomo, potrà porre anche degli ostacoli allo sviluppo futuro, soprattutto occupazionale. E i primi dati già lo dimostrano, come spiega Teti.
«Soprattutto nel settore hi-tech i grandi gruppi industriali stanno già procedendo a licenziamenti di massa», dice l’esperto abruzzese, «in quanto le piattaforme dell'Ia stanno subentrando, ad un ritmo sostenuto, alla manodopera e alle risorse umane. Nei prossimi anni, sembra assurdo, le lauree non più appetibili sul mercato saranno quelle in ambito informatico perché le piattaforme di Ia sostituiranno l'uomo nella gestione dei sistemi». (m.p.)