Il presidio dei lavoratori Riello durante l'incontro con l'azienda (foto di Giampiero Lattanzio)

CEPAGATTI

La Riello dice no alle alternative: lo stabilimento chiude, i lavoratori a casa

L'azienda ribadisce le sue intenzioni e rifiuta le proposte della Regione: via 71 dipendenti, altri 19 trasferiti a Lecco. Gli assessori Quaresimale e D’Amario: "Decisione sconcertante". I commneti del Pd

CEPAGATTI. “In un’ora di duro confronto i responsabili del Gruppo Riello hanno confermato la dismissione dello stabilimento di Cepagatti entro la fine dell’anno. La procedura di licenziamento collettivo per 90 lavoratori dovrebbe partire a breve e nei successivi 75 giorni sarà realtà la cessazione della produzione. E’ una decisione sconcertante che avrà pesanti risvolti nazionali”, hanno subito commentato gli assessori regionali Pietro Quaresimale e Daniele D’Amario he hanno presidiato il tavolo della vertenza. In realtà i licenziamenti sono 71, mentre ad altri 19 lavoratori viene proposto il trasferimento nello stabilimento di Lecco.
Sulla stessa frequenza i rappresentanti sindacali e le Rsu dei lavoratori che hanno accusato l’azienda di portare avanti un disegno che penalizza Cepagatti e l’Abruzzo. All’esterno della sede della Regione un folto gruppo di lavoratori della Riello ha seguito a distanza l’evolversi dell’incontro. “Abbiamo in tutti i modi cercato di far capire all’azienda la gravità della decisione – ha aggiunto Quaresimale – illustrando tutta una serie di misure e di iniziative che la Regione ha possibilità di mettere in campo per favorire la transizione ecologica dello stabilimento di Cepagatti la cui riconversione starebbe alla base della decisione. Ma si è subito intuito che la trasformazione in senso ecologico dello stabilimento è solo una scusa e che, diversamente, il Gruppo ha solo la volontà di delocalizzare per precisa strategia aziendali. A questo punto attiveremo presso il Mise la costituzione di un tavolo nazionale chiedendo la partecipazione diretta del Ministro Giorgetti”.

LE REAZIONI. Presenti al presidio dei lavoratori anche il capogruppo Pd Silvio Paolucci e il consigliere regionale Antonio Blasioli: " I vertici Riello hanno riaffermato l’intenzione di ridurre il costo del lavoro, pur in presenza di un'azienda sana e pure mettendo a rischio le maestranze per la decisione aziendale di spostare altrove la produzione dello stabilimento di Villanova. Una realtà che fattura milioni e non tiene conto del valore aggiunto dell’elemento umano nei risultati aziendali. Ci auguriamo per tutti che sia possibile dipanare alternative su un tavolo governativo, non senza, però, sottolineare l’esigenza di strumenti per prevenire e impedire che ciò accada. Mezzi che la Regione può attivare, approvando il disegno di legge quadro sul lavoro e quello che tutela le donne, che sarebbero oggi stati un sostegno valido per l’occupazione e i lavoratori”.