ABRUZZO

La stangata nel trasporto pubblico: aumenti fino al 38 per cento 

L’indagine della Filt-Cgil sulle nuove tariffe smentiscono i conti fatti dalla Regione

PESCARA. La matematica non è una opinione così come viaggiare su un autobus del trasporto pubblico regionale non costa il 10 per cento in più.
Da una indagine specifica condotta dalla Cgil, i servizi suburbani presenti su tutto il territorio regionale ed assoggettati ad una tariffazione cosiddetta “a tratte”, hanno generato, dal 1° luglio scorso, aumenti tariffari che oscillano tra il 27,27% (tariffa a 1 tratta) e il 38,24% (tariffe a 5 tratte). Nel concreto gli aumenti in valore assoluto vanno da un minimo di 0,30 euro (nel primo caso) fino a 1,30 euro (nel secondo).
L’ATTACCO ALLA REGIONE.
«In tutte e quattro le province abruzzesi persistono le tariffe calcolate con il sistema delle tratte (esempi: da Teramo a Giulianova, da Pescara a Penne, da Avezzano a Lecce nei Marsi, da Francavilla a Ortona) i cui aumenti stanno a smentire clamorosamente le dichiarazioni tranquillizzanti dell’assessore regionale ai Trasporti, Umberto D’Annuntiis», scrive la Cgil nel suo dossier diffuso a poco più di un mese dall’esordio della nuove tariffe di biglietti e abbonamento del trasporto pubblico in Abruzzo.
Alla Regione che aveva parlata di «aumenti minimi» che vanno da «0,05 a 0,20 euro», la Filt Cgil ribatte con altri numeri verificati alle biglietterie.
I DATI REALI.
Nella tariffa a 5 tratte, per esempio, che va da 24 a 36 km, si passa 3,40 a 4,70 euro, pari a 1,30 euro in più e a un incremento percentuale del 38,24%. Fra le tratte interessate ritroviamo per esempio Pescara – Penne e Avezzano - Lecce nei Marsi.
Se invece si prendono in considerazione le tariffe a 4 tratte, che vanno dai 18 ai 30 km, si passa da 2,80 a 3,80 euro, pari al 37,71% di aumento per tratte come Pescara-Loreto Aprutino e Avezzano-Pescina. Così come costa il 33,33% in più percorrere su un autobus del trasporto pubblico regionale le tratte Teramo-Giulianova, Pescara-Ortona, Avezzano-Trasacco e Pescara-Collecorvino stazione. Mentre l’incremento è del 35,29% per le tratte Francavilla-Ortona, Teramo-Bellante stazione e Avezzano-Luco dei Marsi.
«Se poi a questa stangata andassimo ulteriormente a considerare che in gran parte dei Comuni interessati dagli aumenti», sottolinea il sindacato, «non si applicano le note agevolazioni tariffarie del “biglietto unico” che dal 2004 interessano i soli cittadini dell’area metropolitana Pescara - Chieti, non si può che condividere il livello di frustrazione e di insoddisfazione degli utenti».
DAI BUS AI TRENI.
Sono aumenti che si andranno a sommare a quelli già previsti per il trasporto ferroviario che la stessa Giunta Marsilio ha concordato con Trenitalia.
Il nuovo Contratto di Servizio decennale da 846 milioni di euro, stipulato a novembre 2023 dalla Regione Abruzzo con la società del Gruppo Ferrovie dello Stato, infatti, prevede un incremento del costo dei biglietti che sarà del 15% nel 2025 e poi di un ulteriore 5% a cadenza biennale fino al termine del contratto di servizio, cioè il 2033.
«Il che significa per i pendolari abruzzesi che sceglieranno di viaggiare in treno», rimarca la Cgil, «un aumento complessivo del 35% rispetto alla spesa attuale del biglietto o dell'abbonamento che si acquista».
MA REGNA IL SILENZIO.
Gli aumenti delle tariffe del trasporto pubblico regionale sono di fatto passati sotto silenzio. E questo, oggi, spinge la Cgil e la Filt Abruzzo Molise ad appellarsi «ai sindaci dei tanti Comuni interessati dai cospicui aumenti tariffari nonché al presidente dell’Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto, affinché intervengano sulla Regione per annullare questi provvedimenti che andranno a penalizzare pesantemente i cittadini abruzzesi. A cominciare da quelli che risiedono nelle aree interne. Siamo pronti a mobilitare i cittadini coinvolgendo le associazioni dei consumatori, i movimenti studenteschi e i pensionati», annuncia il sindacato che sul piano politico rilancia quattro proposte da portare in Consiglio regionale, il 27 agosto prossimo, quando, salvo ulteriori sorprese e “beghe di paese”, la maggioranza di centrodestra dovrebbe approvare la legge di Assestamento del Bilancio di previsione 2024-2026.
LE QUATTRO PROPOSTE.
1)«Si azzerino gli aumenti tariffari previsti nel settore del trasporto pubblico (gomma e ferro) utilizzando le “prebende” distribuite dal governo regionale, senza prevedere l’attivazione di bandi pubblici, attraverso l’emendamento Omnibus approvato alla fine del 2023, per 2.300 beneficiari e per un totale di 22 milioni di euro».
2)«Si intervenga urgentemente sul governo nazionale e sul ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, affinché lo Stato adegui al tasso d’inflazione il Fondo Nazionale dei trasporti con il quale si distribuiscono le risorse alle Regioni a statuto ordinario. Il fondo eroga per il 2024 poco più di 5 miliardi di euro (ne occorrerebbero almeno 6 per finanziare adeguatamente il settore). E di queste risorse appena il 2,69%, corrispondenti a poco più di 138 milioni di euro, finiscono all’Abruzzo: una somma insufficiente per una regione dove persistono aree interne e spopolamento».
3) «Si estendano su base regionale i benefici del biglietto unico, così come il Consiglio Regionale si è impegnato a fare con le diverse risoluzioni approvate alla fine della precedente legislatura, ponendo fine ad una discriminazione tra territori e cittadini che va avanti dal 2004 e che determina svantaggi per le aree interne gravate da imposte al pari degli altri abruzzesi».
4) Infine «si introducano, al pari di altre realtà regionali, agevolazioni tariffarie e finanche la gratuità del trasporto pubblico per i cittadini a basso reddito e, in generale, per tutti gli studenti che frequentano istituti scolastici abruzzesi». La parola passa alla Regione.