L’arresto del presunto capo della banda Alexandru Bogadan Colteanu

Lanciano, il "capo" aguzzino: fuga dalla comunità e documenti falsi 

La tattica di Colteanu per dribblare i controlli, ma il suo piano non va in porto. Riconosciuto dalle immagini del bancomat, aveva l'orologio di Martelli. Domani l'interrogatorio

I tre romeni confessano e inguaiano il quarto uomo / VIDEO

LANCIANO. Il quinto componente della banda in fuga nelle campagne del Frentano e braccato dalle forze dell’ordine alla fine è stato preso insieme a un fiancheggiatore (una altro romeno, parente) che gli avrebbe tentato di coprire la fuga. E' un altro colpo di scena delle indagini sulla rapina in villa ai coniugi Martelli, che nell’arco di quattro giorni ha già visto il fermo - tramutato in arresto- di tre banditi e del presunto capo, in fuga nel Casertano. Ma la sensazione che il cerchio non fosse definitivamente chiuso era forte.

 Constantin Aurel Turlica, Ion Cosmin Turlica e Aurel Ruset, sottoposti a fermo mercoledì dopo l’incidente in auto durante la fuga la notte prima, hanno ammesso le loro responsabilità nella rapina, chiarendo i rispettivi ruoli. Non solo. Hanno tirato sulla scena del crimine, nella villa del medico Martelli, Alexandru Bogadan Colteanu, 26 anni, il presunto capo fermato giovedì a Casal di Principe dopo una fuga di quattro giorni e viene interrogato domani (lunedì 1 ottobre). A lui i tre hanno addebitato il gesto più cruento, il taglio del lobo dell’orecchio di Niva Bazzan. Colteanu è a Caserta. Deve rispondere del reato di ricettazione (ha tentato di vendere un orologio Breitling rubato al medico Martelli), ma è stato anche arrestato perché deve scontare una pena definitiva a 14 mesi per una precedente rapina commessa quando era minorenne.

Era ancora un ragazzino quando rapinò e picchiò a sangue in casa l’anziano padre di Michele Marini, l’ex sindaco Pd di Frosinone. Era fuggito anni fa da una comunità di recupero umbra. «Non ho mai creduto che potesse recuperare la retta via», ha detto il presidente della cooperativa che gestisce questa ed altre case di recupero, Massimiliano Porcelli, in una intervista al quotidiano La Nazione che oggi riporta la notizia. Nella struttura di Gualdo Cattaneo della cooperativa «Utopia», Colteanu era stato ospite nel 2014, fino all'evasione. «Proveniva dal carcere minorile di Casal del Marmo - ricorda nell'intervista Porcelli - per avere commesso, già da minorenne, gli stessi reati, rapine in villa. Una notte, insieme al fratello e ad altri ragazzi, rubarono un furgoncino della cooperativa e scapparono. Il fratello venne in seguito riaffidato a noi. Di lui ho perso le tracce». Nel centro di recupero «si comportava bene - ricorda ancora il presidente - era irreprensibile e rispettoso»; «non ha mai infranti una regola e non era violento, ma si vedeva che la sua era un'adesione solo formale al programma di recupero in attesa di...». Porcelli spiega quindi di non essere rimasto stupito dal coinvolgimento del giovane nella violenta rapina: «Erano gli stessi reati per cui era entrato in carcere. Le stesse modalità».

Nelle indagini sul 26enne gli investigatori hanno scoperto che Colteanu ha falsificato l’anno di nascita sul documento di identità, dichiarandosi più piccolo di un anno.
Ad incastrarlo da ieri ci sono le dichiarazioni dei complici, ma un aiuto arriva anche dagli accertamenti tecnici. Il Sistema automatico di riconoscimento delle immagini (Sari) ha permesso, ad esempio, il riconoscimento facciale del quarto uomo con i fotogrammi ripresi dalla telecamera della Ubi banca dove avrebbe effettuato il prelievo di 1.990 euro con le carte di credito prese ai due coniugi. Nelle immagini si scorgeva un pezzo di viso e di mento. Tutti elementi che, sperano gli investigatori, possano ricollegare Colteanu anche alla rapina a Lanciano. (s.so. e t.d.r.)
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