Mareggiate, spiagge e stabilimenti a rischio: i balneatori chiedono le scogliere
La denuncia di Lemme, lungomare sud: «L’acqua ormai è a soli cinque metri dallo stabilimento» E Padovano (presidente regionale Sib): interventi lunghi, intanto fate a vostre spese le prime barriere
PESCARA. Il maltempo degli ultimi giorni e le mareggiate che stanno colpendo la costa abruzzese mettono a dura prova la resistenza di spiagge e stabilimenti balneari. L’erosione continua ad avanzare e lo spazio destinato alla sabbia si riduce progressivamente, mentre i balneatori, in prima linea nella battaglia in difesa della costa, suggeriscono alla politica le soluzioni più efficaci per arginare l’emergenza e tutelare non solo le loro attività, ma anche l’ambiente e le strutture residenziali. Antonello Lemme, del Circolo della Vela (zona Pineta), descrive la condizione della costa come drammatica. «A settembre la prima fila di palme è finita in acqua, e da allora la situazione è solo peggiorata», spiega.
Secondo Lemme, la problematica è particolarmente grave nella zona del Circolo, lungomare sud, dove la distanza tra la riva e gli stabilimenti si è ridotta drasticamente. «Ora il mare è a soli cinque metri dallo stabilimento», rileva, indicando un dislivello di quasi un metro rispetto a qualche mese fa. Un vero e proprio “gradone” che evidenzia la rapidità dell'erosione. Una soluzione, secondo lui, potrebbe arrivare con il ripristino delle scogliere, come previsto con il progetto Ricama rimasto ancora inattuato perché «non si sa chi debba realizzarle, se il Comune o la Regione». Anche Sandro Lemme, segretario regionale di Confartigianato balneari, sottolinea: «L’alta marea e il vento forte hanno creato onde straordinarie che hanno eroso la sabbia in modo incredibile. In alcune aree, la sabbia manca di oltre 50 centimetri», afferma.
Una situazione che, secondo Lemme, richiede un intervento rapido e coordinato tra pubblico e privato. «Abbiamo bisogno di un intervento integrato che possa proteggere ciò che rimane delle nostre spiagge», insiste.
Tra le soluzioni proposte, quella delle dune di sabbia avanzata da Riccardo Padovano, presidente regionale del Sib (Sindacato italiano balneari) Confcommercio, appare la più immediata e pratica. La realizzazione delle dune, già sperimentata con successo a Francavilla e Montesilvano, secondo Padovano potrebbe servire come prima barriera contro le mareggiate. «Le dune possono tamponare l’avanzata del mare e proteggere gli stabilimenti. Non sono la soluzione definitiva, ma permettono di guadagnare tempo per intervenire con strutture più permanenti». L'installazione di queste difese temporanee, però, non è sempre facile. «Se avete la disponibilità, fatele a vostre spese», è l'invito di Padovano ai colleghi balneatori, consapevole che le risorse pubbliche sono limitate. Guardando al lungo termine, invece, pensa a interventi più complessi come la ricarica delle scogliere e il rafforzamento dei pennelli anti erosione.
«Ma servono anni di lavori per completare questi interventi», è la risposta di Antonello Lemme, «mentre per il ripascimento e il rifacimento delle scogliere, le cose devono muoversi subito». La proposta di Padovano è quella di utilizzare i fondi destinati a interventi straordinari per finanziare il ripascimento e il recupero delle sabbie, essenziali per la protezione della costa. «L'escavo degli avamporti potrebbe restituire sabbia utile per rimpinguare le spiagge», suggerisce Padovano, «penso agli interventi all'imbocco del porto turistico di Pescara, ma anche di Ortona e Roseto. Il Comune e la Regione devono agire rapidamente affinché vengano attivati i fondi destinati alla protezione delle coste, come previsto da alcuni progetti in fase di discussione. Quando i balneatori si lamentano, non lo fanno solo per difendere gli stabilimenti, ma anche per la sicurezza delle abitazioni e delle strutture pubbliche. Il rischio di allagamenti e danni alle infrastrutture è concreto, serve un intervento sistematico».