Marini verso la presidenza della Repubblica tra lui e il Colle i renziani e i franchi tiratori
Accordo tra Bersani, Berlusconi e Scelta civica sull’abruzzese. Ma la sua potrebbe non essere un'elezione caratterizzata dalla “più ampia condivisione”: al suo nome dice no Renzi e una novantina di grandi elettori Pd potrebbero non votarlo. Critici anche Sel e il Movimento 5 stelle che candida Rodotà
PESCARA. Franco Marini candidato alla presidenza della Repubblica. È l’abruzzese la “scelta condivisa” da Pd, Pdl e Scelta Civica, ma l'ex presidente del senato spacca il centrosinistra. Il suo nome, assieme a quelli di Amato e Mattarella, è stato fatto da Pierluigi Bersani a Silvio Berlusconi durante un colloquio riservato. E il Cavaliere ha dato il via libera al politico marsicano. L'onbiettivo del segretario Pd è quello di una elezione caratterizzata dalla “più ampia condivisione”, quindi da uno schieramento Pd-Pdl, allargato anche a Scelta Civica. Ma la candidatura di Marini rischia di essere affondata proprio dai democratici. Ieri l'assemblea dei grandi elettori Pd si è spaccata: alla fine ha approvato la candidatura di Marini con 222 sì e 90 no, ma si è conclusa tra le urla e le proteste.
La candidatura di Marini ha provocato malumori soprattutto fra i renziani. Appena due giorni fa Matteo Renzi aveva bollato il senatore come “improponibile” per il Quirinale. "Se io fossi un grande elettore - ha ribadito ieri Renzi ai parlamentari a lui vicini a Roma - non voterei per Marini, per me è la scelta peggiore. Non siamo franchi tiratori ma ci opponiamo a questa scelta alla luce del sole". Una posizione che diventa ancora più netta quando Renzi rincara la dose in una intervista alle Invasioni Barbariche su la7: "Berlusconi e Bersani si sono messi d'accordo sul nome, anzi Bersani l'ha fatto scegliere a Berlusconi, ho visto che è andata così. Ognuno fa come crede, ma secondo me servirebbe uno scatto d'orgoglio da parte del Pd. A mio giudizio quella di oggi è una scelta politicistica. Rodotà (il candidato del M5S, ndr) è meglio di Marini, ma ce ne sono tanti meglio, anche fra i nomi del centrodestra".
Il nome dell'ex garante della privacy è stato ufficializzato da Beppe Grillo tramite Twitter dopo il rifiuto sia della vincitrice delle Quirinarie, Milena Gabanelli (“Dico no ai 5Stelle, resto a fare la giornalista”) sia di Gino Strada (“Dopo di me c'è una persona che io stimo. Sono più utile al Paese continuando a lavorare per Emercency”). La candidatura di Stefano Rodotà riceve l'apertura del leader di Sel, che twitta: “Facendo la tara agli insulti, nei fatti dobbiamo coltivare il terreno offerto: la rosa di nomi M5S è una elevata prova di dialogo”. Le prove di accordo fra Pd e Pdl, del resto, trovano un ostacolo nel governatore pugliese. “Se le intese, gli accordi e i dialoghi in corso in queste ore sul futuro Presidente della repubblica sono la prova d'orchestra di un governissimo - tuona il leader di Sel alla Camera- esprimiamo la nostra radicale contrarietà”.
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