PESCARA
Maxi bolletta da 227mila euro: ristoratore pronto a fare causa
Il titolare di un locale in un centro commerciale dell’area metropolitana denuncia la stangata subìta
PESCARA. Con la stessa somma di denaro potrebbe comprare un appartamento nuovo, senza allontanarsi troppo dal centro di Pescara. E invece un ristoratore dovrà versare 227.472 euro per pagare la bolletta dell’energia elettrica del locale, situato in un centro commerciale dell’area metropolitana.
Dopo averla ricevuta si è rivolto all’Associazione consumatori utenti (Acu) per chiedere assistenza legale, nella speranza di bloccare la stangata. Il livello di allarme è altissimo, per il ristoratore, tra preoccupazione e rabbia, dopo aver ricevuto la bolletta da capogiro.
Il presidente dell’Acu Abruzzo, Luigi Di Corcia, si è attivato per la contestazione ma ha fatto anche di più, insieme ad altre associazioni, perché le segnalazioni di questo tipo si stanno moltiplicando, e arrivano dalle attività che stanno ricevendo bollette con «importi quintuplicati rispetto al passato» e non sanno come fronteggiare le spese per l’energia.
Tra l’altro questo è solo l’inizio della stagione degli aumenti visto che, annuncia Di Corcia, «è prevista una nuova lievitazione dei costi, dal primo ottobre», per cui le somme da pagare saranno sempre più consistenti».
La bolletta da 227mila euro, spiega Di Corcia, è legata al «conguaglio di altre fatture, tutte regolarmente pagate, dell’importo bimestrale di 20-25 mila euro l’una, per una attività che è sì grande ma l’importo da pagare appare davvero spropositato».
Dopo aver registrato la preoccupazione di molte attività, Di Corcia fa notare che per le bollette «si viaggia su somme di cinque volte superiori rispetto al passato ed è una cosa clamorosa e assurda», commenta il rappresentante dell’Acu che chiede interventi immediati per bloccare le conseguenze disastrose della stangata che si sta verificando.
«In questi giorni stanno arrivando bollette di migliaia di euro, a fronte di importi di gran lunga più bassi dei mesi scorsi, quando non si raggiungevano i mille euro. Si va da quattromila euro a 17mila euro e c’è chi pensa già alla chiusura perché non sono spese che si possono sostenere costantemente. Siamo ai limiti di una situazione che appare ingestibile. E se non si interviene subito la metà delle attività rischia di chiudere e sono in pericolo anche le società che vendono energia elettrica e gas».
L’Acu, insieme a Arco, Contribuenti Abruzzo e Guardia civica, la settimana scorsa ha interessato del problema il prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo, il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi per manifestare la preoccupazione che «qui si scateni l’inferno, a breve», e chiedere «una moratoria sulla sospensione dell’energia e del gas per i cittadini e le piccole e medie imprese che si troveranno nella impossibilità di pagare e, quindi, dovranno interrompere l’attività. Tra l’altro, se i bar e i ristoranti che non pagano si vedono interrompere l’erogazione dell’energia elettrica (che viene sollecitata dal venditore al distributore) e non possono più lavorare per cui sono costretti a chiudere. Quindi, devono pagare subito. Ma come? Se saldano le bollette vuol dire che rinunciano ai guadagni che consentono alle attività stesse di rimanere in vita, perdono i soldi che potrebbero mettersi in tasca».
Il rischio è «la perdita dei posti di lavoro», prosegue Di Corcia. «Noi andiamo oltre la lamentela, cerchiamo soluzioni immediatamente realizzabili che consentano la sopravvivenza delle piccole attività, e attendiamo di sapere se saremo ascoltati», conclude annunciando una conferenza stampa per giovedì, in Regione, con le altre associazioni, finalizzata a far emergere i problemi di famiglie e attività e ad ufficializzare le richieste lanciate alle istituzioni.