Montesilvano, teschio ritrovato negli armadi del cimitero: denunciati quattro dipendenti
I carabinieri trovano un teschio negli armadietti di servizio, si indaga per accertare se sia stata profanata una tomba
MOPNTESILVANO. Che all'interno di un cimitero ci siano dei teschi è un fatto del tutto normale, ma se uno di questi finisce dentro un armadietto in uso ai custodi allora la faccenda diventa decisamente più complicata. È quanto accaduto nei giorni scorsi a Montesilvano dove il macabro ritrovamento è costato un avviso di garanzia per ognuno dei dipendenti del cimitero comunale, quattro in totale tra custodi e necrofori. A fare la scoperta sono stati i carabinieri di Montesilvano, diretti dal capitano Enzo Marinelli, che tuttavia sull'episodio preferisce non fornire dettagli troppo specifici: «Stiamo ancora indagando per acquisire maggiori informazioni sul caso, per questa ragione, per il momento, posso solo confermare che siamo intervenuti nei giorni scorsi presso il cimitero di Montesilvano e abbiamo effettuato il ritrovamento». Il capitano Marinelli precisa, poi, che il sopralluogo è «avvenuto più che tramite una segnalazione sulla base di informazioni acquisite». Confessa di non essere a conoscenza dei particolari dell'accaduto, invece, l'assessore con delega ai servizi cimiteriali Feliciano D'Ignazio. «Sono stato informato dell'episodio ma onestamente non conosco bene i dettagli», sottolinea l'esponente della giunta, «dopotutto un assessore al ramo è tenuto ad amministrare la realizzazione dei nuovi loculi o la manutenzione dell'esistente, ma non di certo a controllare cosa i dipendenti conservino negli armadietti. Detto questo credo, e soprattutto mi auguro, che si tratti semplicemente di una bravata e non di un gesto che nasconda in se qualcosa di ben più inquietante come messe nere o situazioni simili».
Alle forze dell'ordine e alla rocura della Repubblica, che si sta occupando del ritrovamento, spetterà anche il compito di far luce sulla provenienza del teschio, anche se l'ipotesi più plausibile è che possa provenire dall'ossario comunale. Ben più grave sarebbe, infatti, la posizione del responsabile dell'occultamento delle ossa umane qualora si accertasse che il teschio fosse frutto della profanazione di una tomba. «Ciclicamente avvengono delle riesumazioni», spiega ancora D'Ignazio, «e spesso i familiari dei defunti trasferiscono i resti in ossari ricavati nelle proprie cappelle o vicino alle tombe di altri familiari. Ma quando nessuno interviene per prendere in consegna i resti allora questi vengono custoditi nell'ossario comunale ed è presumibile, almeno a mio modesto avviso, che quel teschio provenga proprio da lì». Intanto, in attesa che gli inquirenti provvedano ad effettuare i dovuti accertamenti sull'accaduto, necessari per individuare il responsabile e le possibili motivazioni dell'occultamento, i quattro dipendenti comunali colpiti dagli avvisi di garanzia potrebbero essere temporaneamente trasferiti in altri settori.
Antonella Luccitti
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