Movida, a Pescara Vecchia vietati i cicchetti a un euro
Gli operatori del centro storico si incontrano in Comune. Piace la proposta di Summa. Al via i controlli a tappeto
PESCARA. Niente più cicchetti a un euro nelle strade del centro storico e stop alle sbronze a basso costo. Non hanno lasciato cadere nel vuoto la proposta provocatoria lanciata dal ristoratore Cristian Summa all’indomani dell’ultimo episodio di violenza a Pescara Vecchia. Ieri pomeriggio, nel corso di un incontro in Comune con l’assessore al Commercio Gianni Santilli e con il dirigente della squadra volante della polizia Alessandro Di Blasio, 25 titolari di locali, bar e ristoranti di corso Manthonè, via Delle Caserme e piazza Unione, si sono decisi a mantenere il pugno duro per «tutelare l’immagine di uno dei gioielli della città». La prossima settimana scatta il giro di vite: controlli serrati su esercizi pubblici e circoli privati per verificare il rispetto delle regole.
Quella che inizialmente poteva sembrare una semplice provocazione da parte di uno dei tanti operatori della zona, seppure a capo del consorzio Pescara Vecchia, nei prossimi giorni diventerà effettiva. Nel centro storico sarà vietato vendere, a pochi euro, ai ragazzi di 17 o 18 anni i bicchierini alcolici, conosciuti dai giovanissimi come “shots”. Tutti d’accordo? Sembrerebbe di sì, almeno a giudicare dalle opinioni di quegli imprenditori che hanno partecipato all’incontro in Municipio: circa la terza parte dei 90 titolari di locali, circoli, bar e ristoranti presenti nelle tre strade della movida. «Occorre istituire una forma di autocontrollo per evitare situazioni di criticità difficilmente governabili», osserva Maurizio Giordano. «Pescara vecchia», commenta Riccardo Ciferni, «è un bene di tutti e va tutelato, dunque ben vengano i controlli. Tutti hanno il diritto di lavorare, ma bisogna rispettare le regole per difendere le nostre imprese. Il cicchetto a un euro non deve esistere».
Il vertice in Comune sarà ripetuto la prossima settimana, poi scatteranno i blitz a tappeto per verificare il rispetto delle regole. «La liberalizzazione ha spalancato le porte alla fantasia imprenditoriale», ha sottolineato l’assessore Santilli, «alcuni locali, spesso aperti in pochi metri quadrati, si sono specializzati nella somministrazione dei famosi cicchetti ad appena uno o due euro, puntando per l'incasso della serata più alla quantità dell'alcol venduto che alla qualità. Questa opportunità agevola la presenza di ragazzini, spesso appena maggiorenni, che trascorrono la serata bevendo a basso costo, ritrovandosi ubriachi senza neanche accorgersene e divenendo fonte di pericolo». Santilli chiede «una prova di maturità a quegli imprenditori che hanno investito risorse economiche personali sulle proprie attività e che adesso devono aiutarci a tutelarne l'immagine».
Le ordinanze per limitare il consumo di bevande alcoliche ci sono, anche se troppo spesso non vengono rispettate. Sulla carta il popolo della movida è tenuto a non portare fuori dai locali le bevande nei contenitori di vetro dopo le 23, mentre gli operatori hanno l’obbligo di interrompere la somministrazione di alcol dopo le 2 di notte, indipendentemente dalla fascia d’età dei clienti. «Le norme sono inderogabili», ha aggiunto Santilli, «è interesse degli stessi operatori di Pescara Vecchia rispettarle.
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