ABBATEGGIO
Museo dell'Olocausto nella casa del finanziere deportato a Dachau
La cerimonia per presentare il progetto voluto dal figlio di Ermanno Parete, sopravvissuto al campo di sterminio tedesco
ABBATEGGIO. Era maggio del 1945 quando il futuro papa Paolo VI scrisse, sbagliando il nome, alla famiglia di Ermando Parete ad Abbateggio: «Parete Ermanno, campo Dachau, buone condizioni, saluti Montini». Il testo di quel telegramma, che precedeva di poco il ritorno del finanziere scomparso nel 2016, sopravvissuto al campo di sterminio tedesco, sarà custodito nel museo multimediale della Shoah a lui dedicato, che sarà inaugurato tra qualche anno in contrada Valle.
Ieri, nel giorno del compleanno di Parete (era nato il 15 febbraio 1923), il primo passo di un lungo cammino. Il progetto è stato fortemente voluto dal figlio Donato, fondatore del Premio Parete, che ha detto emozionato: «È il mio regalo di compleanno a papà che oggi avrebbe compiuto 99 anni e sarebbe stato felice di vedere la sua casa diventare uno scrigno di sapere per quegli studenti che tanto amava incontrare». Alla presenza di una folla di autorità e istituzioni, è stata apposta la targa dedicata al vice brigadiere delle fiamme gialle internato a Dachau dal settembre 1943 all'aprile 1945, sui muri di quel villino ottocentesco (era la dimora di caccia dei conti Bajocchi) dove Parete è vissuto e da dove è partito per l'arruolamento prima di diventare il numero 142192 nel lager nazista, da cui uscì con 29 chili di peso.
Alla toccante cerimonia, organizzata con il Comune di Abbateggio (guidato dal sindaco Gabriele Di Pierdomenico) e con Antonio Di Marco, presidente del Borghi più belli d'Italia, hanno partecipato il prefetto Giancarlo Di Vincenzo, il questore Luigi Liguori, il colonnello Antonio Caputo, comandante provinciale della guardia di finanza, il colonnello Riccardo Barbera, comandante provinciale dei carabinieri, don Gianmarco Medoro, parroco di San Lorenzo e numerosi sindaci, rappresentanti istituzionali e dell'Arma di carabinieri e fiamme gialle dei paesi del circondario.
«Nel futuro museo che sarà dotato di attrezzature multimediali con schermi a immersione e poltrone reclinabili», rivela Donato Parete che lo scorso anno ha acquistato una porzione della dimora, «saranno conservate le memorie dell'Olocausto. Di mio padre sarà esposto il telegramma di papa Giovanni Battista Montini, la divisa zebrata, il suo cappello da finanziere». (c.co.)