ABRUZZO

Nomine Fira e fondi a pioggia, D'Alfonso presenta le denunce

Partiti esposti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti e una interrogazione parlamentare

PESCARA. Luciano D'Alfonso presenta esposti alla Procura della Repubblica dell’Aquila e alla Procura generale presso la Corte dei Conti dell’Abruzzo sui cosiddetti fondi a pioggia erogati dalla Regione con la Legge di Stabilità 2023 e una interrogazione parlamentare sugli incarichi Fira. 

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FONDI A PIOGGIA

Per il deputato del Pd è particolarmente grave il fatto che la Regione dice di non avere soldi a sufficienza per il cofinanziamento di programmi comunitari e poi distribuisce i cosiddetti fondi a pioggia. Per di più, due delle associazioni che li hanno ricevuti avrebbero partecipato con proprie liste a recenti competizioni elettorali. 

"A fronte di un inserimento nel passivo di previsione della Regione Abruzzo per l'anno 2023", dice D'Alfonso, "di una quota del disavanzo di amministrazione pari a 6.235.304,72 euro, e nonostante la raccomandazione del Collegio dei revisori di monitorare attentamente le spese, la Giunta regionale ha previsto l'erogazione di  21.384.000 euro (verosimilmente a fondo perduto) di cui circa 12 a centinaia di soggetti giuridici di diritto privato e di alcuni enti religiosi. Purtroppo, però, dall'articolato della Legge regionale di stabilità 2023 e dai relativi allegati nulla è possibile evincere sull’effettivo espletamento di una procedura di erogazione conforme ai principi generali dell’ordinamento e rispettosa dei canoni di trasparenza, imparzialità, efficienza ed economicità cui deve essere informata l’azione della pubblica amministrazione. Tale scelta si profila ancor più contraria alle regole di buona amministrazione e all'obiettivo del pareggio di bilancio se si tiene conto della circostanza per cui, a fronte della iniziale previsione – da parte dei competenti uffici regionali – di una spesa di 80.350.000 euro per il periodo 2023-2025 per il cofinanziamento regionale dei programmi comunitari Fesr e di un ulteriore esborso di 47.650.000 euro per il cofinanziamento dei programmi comunitari Fse, al momento dell'approvazione della Legge regionale di Stabilità, gli stessi uffici regionali hanno determinato la possibilità di cofinanziamento nei limiti di appena 7.132.344 euro per i soli programmi Fse". 

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"La disponibilità economica della Regione Abruzzo", rimarca D'Alfonso, "è dunque così limitata che è stato quasi azzerato il cofinanziamento di programmi comunitari, fondamentali per il sostegno alle imprese presenti nel nostro territorio; e tuttavia la Giunta regionale ha deciso di porre in essere un'erogazione a pioggia di contributi dalla valenza e dall'efficacia oggettivamente dubbie. A parte infatti pochissimi stanziamenti di importo più rilevante, destinati verosimilmente (secondo quanto si apprende dalle scarnissime “descrizioni”) ad interventi e attività di più ampio respiro, la gran parte del denaro è stata divisa in mille rivoli per beneficiare esperienze e realtà locali di piccole dimensioni col riconoscimento una tantum di importi di denaro inidonei non solo a migliorarne l'operatività ma neppure a garantirne la sopravvivenza".

"Inoltre tra i soggetti che sono risultati beneficiari dei contributi erogati vi sarebbero almeno due associazioni operanti nel territorio della provincia di Pescara, che hanno partecipato con proprie liste a recenti competizioni elettorali. Se tale dato dovesse essere accertato, ci si troverebbe di fronte ad una situazione grave, non solo sotto il profilo della responsabilità contabile. Vi sarebbero infatti integrati gli estremi di una violazione penale da parte della Regione Abruzzo". 

NOMINE FIRA

Il secondo caso verte sulla nomina nel cda di Fira di Stefano Cianciotta e di Nicoletta Salvatore, rispettivamente presidente e vicepresidente di Abruzzo Sviluppo fino al 31 dicembre scorso. "Tale scelta", dice D'Alfonso, "è in contrasto con la normativa che prevede un “periodo di raffreddamento” allo scopo di evitare un possibile condizionamento illegittimo dell’azione amministrativa. 

Sulla vicenda D’Alfonso ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Economia e delle Finanze, nella quale si chiede se il ministro disponga di elementi sulla situazione esposta in premessa, se condivida il quadro interpretativo sopra illustrato e, per quanto di sua competenza, intenda adottare iniziative volte a garantire il rispetto della normativa vigente, che prevede per tali fattispecie l’inconferibilità dell’incarico in questione.