il mancato dragaggio

Nuovo Progresso, coop in crisi

Senza lavoro da 8 mesi per il porto chiuso. Marittimi, altra protesta

PESCARA. Hanno marciato con i loro striscioni accanto ai marinai, accompagnando i momenti più drammatici dell'ultima manifestazione di piazza. I facchini del mercato ittico, quei dieci dipendenti della coop Nuovo Progresso senza lavoro da 8 mesi, hanno condiviso con i pescatori la lunga attesa in Comune del presidente della Regione Gianni Chiodi e hanno sperato fino all'ultimo momento di ricevere qualcosa di più di un semplice impegno verbale. Ma come tutti i portuali si sono dovuti accontentare delle solite risposte, confidando nella riapertura del porto. «Quando le barche uscivano in mare per la pesca», racconta Elio Maione, il presidente della coop, «noi lavoravamo mattina e sera per scaricare il pesce fresco che arrivava in porto. Caricavamo le cassette piene e le portavamo ai banchi del mercato ittico per le aste. Con la chiusura del porto, tutto è cambiato. Abbiamo lavorato un po' a luglio e basta». I 10 dipendenti non hanno ammortizzatori sociali, tra l’altro. «Il Comune ci ha fatto lavorare tre mesi negli impianti sportivi come custodi o addetti alle pulizie», aggiunge Maione, «ma poi il contratto è scaduto. E quei pochi soldi che abbiamo racimolato non bastano nemmeno a pagarci i contributi». Per questa ragione i facchini del mercato ittico sono scesi in piazza durante la manifestazione di venerdì mostrando alla città i cartelli "Coop Nuovo Progresso è allo stremo" e "I facchini insieme ai pescatori". «Ci hanno condannati tutti», dice Mimmo Grosso dell'Associazione armatori, «Se domani (oggi n.d.r.) non ci daranno garanzie sulla cassa integrazione, bloccheremo la città tutti i giorni. Anzi chiediamo scusa fin da ora ai pescaresi, ma purtroppo è una situazione a cui ci hanno obbligati loro, la classe politica che dovrebbe rappresentarci».

I 166 lavoratori dipendenti che un tempo si affaccendavano sulle imbarcazioni, gli unici a non avere ricevuto altro che briciole (circa 2mila euro di cassa integrazione per i 7 mesi di inattività del 2012), si trovano ora a vivere momenti di trepida attesa, sperando in qualche notizia positiva al termine dell'incontro di stamattina con il nuovo direttore generale della banca Caripe Dario Pilla e il presidente della Provincia Guerino Testa.

Quei 600 euro al mese di cassa integrazione guadagni per i 5 mesi di inattività, da ottobre 2012 a febbraio 2013, costituirebbero un piccolo ristoro per pagare le bollette arretrate e le spese quotidiane che i pescatori non sono più in grado di procrastinare.

Ylenia Gifuni

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