Ogni giorno una donna picchiata dal marito
Da gennaio a ottobre sono 334 i casi di maltrattamenti di cui si è occupato il pronto soccorso
PESCARA. Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, questa brutta storia la raccontano i numeri, quelli forniti dallo speciale osservatorio del servizio Codice rosa dell’ospedale civile per le donne vittime di aggressione. Una storia brutta che sembra infinita, dove l’unica distinzione da fare è tra lesioni e maltrattamenti, come fa notare il dottor Mauro Della Guardia responsabile del servizio Codice rosa della Asl premiato l’anno scorso su 66 strutture. «Per maltrattamento si intendono violenze ripetute più volte nel tempo e per lesioni personali si intendono quelle effettuate per la prima volta». Per il resto è sempre la stessa storia: uomini violenti, fisicamente ma anche psicologicamente, e donne che in uno stato d’ansia e di paura crescenti, subiscono. Ma che a poco a poco iniziano sempre più a denunciare. Commenta il medico del pronto soccorso che ha messo insieme i dati pubblicati a destra: «Effettivamente la percentuale del sommerso è sceso dal 98 per cento dell’anno scorso al 90 per cento di quest’anno e riguarda soprattutto le donne straniere. Anche se poi la donna spesso e volentieri torna sui suoi passi, e dopo essere venuta qui, alla fine decide di non denunciare il compagno, o il marito, o l’ex convivente».
I dati raccontano di 334 casi di violenze rilevati dai medici del pronto soccorso sulle 434.264 donne (su un totale di 85.916 accessi dall’inizio dell’anno al 31 ottobre) medicate al reparto coordinato dal professor Alberto Albani. Di queste, dieci sono state ricoverate ma, come fa notare il dottor Della Guardia, «non tutte per le percosse subìte. Alcune sono finite al reparto di Ortopedia per le fratture subìte, ma il resto è rappresentato perlopiù da donne anziane sottochoc per scippi o furti subìti o in tachicardia per liti condominiali. Stesso discorso per le tre bambine sotto i dieci anni arrivate da noi: va sottolineato che in questi casi non parliamo di lesioni o maltrattamenti, si tratta semplicemente di casi arrivati al pronto soccorso che non vanno considerati nella statistica del codice rosa». E le ragazzine tra gli 11 e i 18 anni: sono venti quelle «rrivate in ospedale quest’anno: «In questi casi parliamo di liti tra adolescenti per questioni di gelosia omlto spesso, che arrivano qui»; riferisce ancora il medico, «accompagnate dalle madri o anche da sole».
Ma tra tutti questi numeri ce ne sono alcuni, più di altri, a raccontare bene il fenomeno: i 124 casi in cui è il marito o il partner l’autore dei maltrattamenti denunciati dalla vittima, i 25 casi in cui si tratta dell’ex partner e i 17 casi di violenza “condivisa” dove si intende la violenza che le donne subiscono davanti ai minori, davanti ai figli piccoli. «Succede soprattutto nelle fasce medio basse, anche se ci sono stati casi di mariti professionisti, che in preda soprattutto all’alcol, qualche volta alle droghe, picchiano moglie o compagna davanti ai figli». E sono questi i casi in cui le donne, proprio per i figli, si decidono a chiedere aiuto. Rivolgersi al servizio del Codice rosa consente innanzitutto di avere priorità di accesso al pronto soccorso e alla successiva certificazione, se ci sono i presupposti, per la presa in carico, da parte dell’associazione Ananke, per la messa in protezione della donna. ©RIPRODUZIONE RISERVATA