Omicidio Crox, condanna esemplare ma le difese sono pronte al ricorso

7 Marzo 2025

Ieri la sentenza per il caso del givoane ucciso con 25 coltellate da due coetanei nel parco di Pescara. Confermate le aggravanti per crudeltà e futili motivi

L’AQUILA. Christopher, 16 anni, morto ammazzato con 25 coltellate da due coetanei nel parco di via Raffaello, a Pescara: dopo otto mesi e 11 giorni da quella maledetta domenica di giugno, ieri è arrivata la condanna per i due responsabili dell’omicidio. Una pena severa, che rispetto alle richieste dell’accusa, 20 anni per il primo e 17 per il secondo, scende di pochissimo: 19 anni e 4 mesi al primo accoltellatore e 16 anni al complice. In sostanza, il gup del Tribunale dei minorenni Cecilia Angrisano, partendo da una pena base di 24 anni, dopo tre ore e mezzo di camera di consiglio (iniziata poco prima delle 14 e finita intorno alle 17.30), ha riconosciuto per il primo le attenuanti della minore età, ma in un rapporto subvalente con le aggravanti contestate dall’accusa (quelle della crudeltà e dei motivi futili e abietti), e per il secondo anche le attenuanti generiche, in un rapporto in questo caso di equivalenza con quelle stesse aggravanti. Il risultato è che non ci sono stati aumenti o diminuzioni, se non per l’unica aggravante caduta per entrambi gli imputati rispetto a quelle contestate dall’accusa, e cioè il nesso teleologico, reato commesso per eseguirne o occultarne un altro.

GIOIA E DELUSIONE
Una sentenza che fa scoppiare in un pianto liberatorio la nonna di Christopher, Olga Cipriano, presente in aula con gli avvocati Giacomo Marganella e Cecilia Ventura, e lascia con l’amaro in bocca le difese. E il ricorso a cui gli avvocati di entrambi gli imputati erano pronti a rinunciare, incassando l’ulteriore sconto di un sesto della pena oltre a quello di un terzo previsto dal rito abbreviato, ora appare molto più che una probabilità. Ma si deciderà, dicono, solo dopo aver letto le motivazioni, tra 90 giorni. A quel punto i legali avranno altri 45 giorni per impugnare una sentenza ritenuta «estremamente severa» anche rispetto ad altri casi di giurisprudenza.

L’ACCUSA
Ma nell’aula a porte chiuse del Tribunale dei minorenni, il procuratore David Mancini e il sostituto Angela D’Egidio nella loro requisitoria, iniziata poco dopo le 10 e durata circa un’ora e mezza, sono andati dritti come treni, battendo sulla crudeltà di quelle 25 coltellate inferte al povero Christopher, sui futili motivi per quel debito di 70 euro e per il mancato pentimento, o comunque tardivo, da parte dei due ragazzi in carcere a Bari e Roma dallo scorso giugno. E pur differenziando i ruoli dei due, come raccontano i tre anni di differenza delle due richieste (20 anni per il primo e 17 per il secondo), sono partiti comunque alti, considerando anche che il rito abbreviato prevede la riduzione di un terzo della pena e per l’omicidio contestato a minori si parte da un massimo di 30 anni (non è contemplato l’ergastolo).

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