Omicidio Crox, condanna esemplare ma le difese sono pronte al ricorso

Ieri la sentenza per il caso del givoane ucciso con 25 coltellate da due coetanei nel parco di Pescara. Confermate le aggravanti per crudeltà e futili motivi
L’AQUILA. Christopher, 16 anni, morto ammazzato con 25 coltellate da due coetanei nel parco di via Raffaello, a Pescara: dopo otto mesi e 11 giorni da quella maledetta domenica di giugno, ieri è arrivata la condanna per i due responsabili dell’omicidio. Una pena severa, che rispetto alle richieste dell’accusa, 20 anni per il primo e 17 per il secondo, scende di pochissimo: 19 anni e 4 mesi al primo accoltellatore e 16 anni al complice. In sostanza, il gup del Tribunale dei minorenni Cecilia Angrisano, partendo da una pena base di 24 anni, dopo tre ore e mezzo di camera di consiglio (iniziata poco prima delle 14 e finita intorno alle 17.30), ha riconosciuto per il primo le attenuanti della minore età, ma in un rapporto subvalente con le aggravanti contestate dall’accusa (quelle della crudeltà e dei motivi futili e abietti), e per il secondo anche le attenuanti generiche, in un rapporto in questo caso di equivalenza con quelle stesse aggravanti. Il risultato è che non ci sono stati aumenti o diminuzioni, se non per l’unica aggravante caduta per entrambi gli imputati rispetto a quelle contestate dall’accusa, e cioè il nesso teleologico, reato commesso per eseguirne o occultarne un altro.
GIOIA E DELUSIONE
Una sentenza che fa scoppiare in un pianto liberatorio la nonna di Christopher, Olga Cipriano, presente in aula con gli avvocati Giacomo Marganella e Cecilia Ventura, e lascia con l’amaro in bocca le difese. E il ricorso a cui gli avvocati di entrambi gli imputati erano pronti a rinunciare, incassando l’ulteriore sconto di un sesto della pena oltre a quello di un terzo previsto dal rito abbreviato, ora appare molto più che una probabilità. Ma si deciderà, dicono, solo dopo aver letto le motivazioni, tra 90 giorni. A quel punto i legali avranno altri 45 giorni per impugnare una sentenza ritenuta «estremamente severa» anche rispetto ad altri casi di giurisprudenza.
L’ACCUSA
Ma nell’aula a porte chiuse del Tribunale dei minorenni, il procuratore David Mancini e il sostituto Angela D’Egidio nella loro requisitoria, iniziata poco dopo le 10 e durata circa un’ora e mezza, sono andati dritti come treni, battendo sulla crudeltà di quelle 25 coltellate inferte al povero Christopher, sui futili motivi per quel debito di 70 euro e per il mancato pentimento, o comunque tardivo, da parte dei due ragazzi in carcere a Bari e Roma dallo scorso giugno. E pur differenziando i ruoli dei due, come raccontano i tre anni di differenza delle due richieste (20 anni per il primo e 17 per il secondo), sono partiti comunque alti, considerando anche che il rito abbreviato prevede la riduzione di un terzo della pena e per l’omicidio contestato a minori si parte da un massimo di 30 anni (non è contemplato l’ergastolo).
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