Ricostruzione
Onna, consegnata la prima casa
Una famiglia tornerà nel centro storico devastato dal sisma del 2009. Altri 5-10 anni per completare tutto
L’AQUILA. All’alba del sei aprile 2009 tutto sembrava impossibile. La devastazione e il dolore che avevano avvolto Onna sembravano aver fatto calare per sempre il sipario sulla frazione più colpita dal terremoto, con le sue 40 vittime. Lo stesso sipario che ieri, più di otto anni dopo, ha invece ricominciato a sollevarsi, lasciando intravedere alle sue spalle uno spiraglio di luce. E' stato riconsegnato, sotto il sole tiepido di ottobre, il primo cantiere per la ricostruzione di una abitazione nel centro storico di Onna.
L'abitazione, all'interno di un aggregato, si trova nel rione “Sansone” ed è di proprietà di Gianfranco Busilacchio. Ora ci vorrà almeno un altro mese affinché la famiglia di quattro persone (che in questi anni è stata in un map del villaggio post sisma) possa rientrare nella casa dove abitava fino al 6 aprile del 2009. L'abitazione ricostruita era stata fortemente danneggiata e quello che non era crollato a causa della scossa è stato poi demolito. Si tratta di un primo tassello di un mosaico che per essere completato ha bisogno di ancora molto tempo, come spiega la presidente della Onna Onlus, Margherita Nardecchia Marzolo: «Tiriamo un sospiro di sollievo dopo otto anni. Questo è un giorno di festa. L’abitazione riconsegnata insiste su via Oppieti, una delle più vive prima del terremoto. La famiglia che rientrerà nell’abitazione non ha subìto lutti, ma sulla stessa via purtroppo è morta Gabriella Paolucci. Abitava nell’aggregato di fronte che adesso è in ricostruzione e che ci auguriamo possa essere inaugurato entro quest’anno».
Molto ancora però è da fare. A Onna fra cantieri aperti e cantieri che apriranno nei prossimi mesi si è raggiunto circa il 50 per cento del totale da ricostruire (10-12 aggregati su 21). Fare previsioni sui tempi è difficile: almeno altri 5 anni, forse 10 per riavere un centro abitato funzionale e ripopolato. «Purtroppo la burocrazia ha rallentato molto i lavori», continua la Marzolo. «Tante gru tuttavia adesso riempiono Onna: speriamo che tutto possa andare avanti più velocemente. La ricostruzione anche da noi, come in tutte le frazioni, è partita in ritardo, ma rispetto tante altre realtà siamo stati avvantaggiati dal fatto che abbiamo avuto un piano di ricostruzione realizzato dal governo tedesco, che ha finanziato anche la chiesa».
Nel giugno del 2010, infatti, il governo tedesco ha firmato l’accordo per il restauro della parrocchiale, finanziato per un importo di 3 milioni e avviato nel maggio del 2013. La chiesa è stata inaugurata nel maggio del 2016. Un intervento concreto, quello tedesco, che idealmente si contrappone al ricordo della strage compiuta dalle truppe naziste nel giugno del ’44, che costò la vita a 18 persone. «Chiesa a parte, possiamo dire che la ricostruzione è cominciata davvero da un paio di anni: il primo cantiere nel settembre 2015» conclude la presidente. «Per quasi 5 anni abbiamo faticato molto. Adesso ci deve essere la buona volontà di tutti: degli abitanti, dei tecnici e dell’amministrazione. Solo se queste tre figure lavoreranno all’unisono Onna verrà completamente ricostruita».
L'abitazione, all'interno di un aggregato, si trova nel rione “Sansone” ed è di proprietà di Gianfranco Busilacchio. Ora ci vorrà almeno un altro mese affinché la famiglia di quattro persone (che in questi anni è stata in un map del villaggio post sisma) possa rientrare nella casa dove abitava fino al 6 aprile del 2009. L'abitazione ricostruita era stata fortemente danneggiata e quello che non era crollato a causa della scossa è stato poi demolito. Si tratta di un primo tassello di un mosaico che per essere completato ha bisogno di ancora molto tempo, come spiega la presidente della Onna Onlus, Margherita Nardecchia Marzolo: «Tiriamo un sospiro di sollievo dopo otto anni. Questo è un giorno di festa. L’abitazione riconsegnata insiste su via Oppieti, una delle più vive prima del terremoto. La famiglia che rientrerà nell’abitazione non ha subìto lutti, ma sulla stessa via purtroppo è morta Gabriella Paolucci. Abitava nell’aggregato di fronte che adesso è in ricostruzione e che ci auguriamo possa essere inaugurato entro quest’anno».
Molto ancora però è da fare. A Onna fra cantieri aperti e cantieri che apriranno nei prossimi mesi si è raggiunto circa il 50 per cento del totale da ricostruire (10-12 aggregati su 21). Fare previsioni sui tempi è difficile: almeno altri 5 anni, forse 10 per riavere un centro abitato funzionale e ripopolato. «Purtroppo la burocrazia ha rallentato molto i lavori», continua la Marzolo. «Tante gru tuttavia adesso riempiono Onna: speriamo che tutto possa andare avanti più velocemente. La ricostruzione anche da noi, come in tutte le frazioni, è partita in ritardo, ma rispetto tante altre realtà siamo stati avvantaggiati dal fatto che abbiamo avuto un piano di ricostruzione realizzato dal governo tedesco, che ha finanziato anche la chiesa».
Nel giugno del 2010, infatti, il governo tedesco ha firmato l’accordo per il restauro della parrocchiale, finanziato per un importo di 3 milioni e avviato nel maggio del 2013. La chiesa è stata inaugurata nel maggio del 2016. Un intervento concreto, quello tedesco, che idealmente si contrappone al ricordo della strage compiuta dalle truppe naziste nel giugno del ’44, che costò la vita a 18 persone. «Chiesa a parte, possiamo dire che la ricostruzione è cominciata davvero da un paio di anni: il primo cantiere nel settembre 2015» conclude la presidente. «Per quasi 5 anni abbiamo faticato molto. Adesso ci deve essere la buona volontà di tutti: degli abitanti, dei tecnici e dell’amministrazione. Solo se queste tre figure lavoreranno all’unisono Onna verrà completamente ricostruita».