Pescara 2009: promessa mancata
Protestano i balneatori: «L’iniziativa non è stata pubblicizzata».
PESCARA. Chi si aspetta una città vestita a festa e pronta ad accogliere il gotha dello sport mondiale dovrà ricredersi. A meno sette giorni dai Giochi del Mediterraneo, Pescara è completamente impreparata e in molte strutture ricettive manca un calendario degli eventi.
I turisti in giro per il centro cittadino si contano sulle dita di una mano: qualche americano di ritorno dal mare, due ragazze tedesche e un venezuelano. Nessuno ammette di aver scelto il capoluogo adriatico per amore dello sport: tutti dicono di preferire il litorale pescarese per le spiagge, il sole e gli ombrelloni. L’impressione è che lo spirito di solidarietà dei Giochi non sia stato percepito al di fuori del comitato organizzatore.
«Le strade sono tappezzate di manifesti con la scritta “Pescara città vicina”, ma in realtà non conosciamo quasi nulla del programma organizzativo. Le informazioni sulle gare e le manifestazioni culturali le apprendiamo dalle pagine del Centro», si rammarica Daiana Leardi dello stabilimento balneare Palm Beach. Nei mesi scorsi la giovane donna si è data da fare per non arrivare impreparata all’evento e ha selezionato accuratamente il personale e i piatti forti della cucina. «Abbiamo camerieri che parlano cinque lingue: oltre all’italiano conoscono l’inglese, il francese, il tedesco e il russo», aggiunge, «tutti noi ci alterniamo per garantire pasti caldi dalle 12,30 alle 23,30 con tre menù fissi dal lunedì al giovedì».
A dispetto delle cifre ufficiali che prospettano valanghe di visitatori in arrivo e un sicuro volano di sviluppo per il turismo regionale, molti balneatori della riviera considerano la kermesse un’occasione mancata. A venir meno è stato proprio il marketing. Un esempio su tutti è il progetto mai portato a termine di far “adottare” ad ogni lido una nazione straniera in modo da avere bandiere diverse per ogni struttura che si affaccia sul mare.
«Siamo sorpresi dalla mancanza di informazione», dice Fabio Tiberi del Lido Beach. «Non abbiamo gadget, calendari delle gare e cartine della città. La spiaggia libera è sporca e non è stato ancora montato lo Stadio del Mare». «Il compito di dar vita ad azioni comuni spettava all’Amministrazione e alle altre strutture dirigenziali», rimarca Anna Baldassare del Lido Adriatica.
Un manifesto con il logo di Pescara 2009 è affisso all’ingresso della “Sirenetta”, ma il proprietario Giancarlo Checchin non è affatto soddisfatto dell’organizzazione: «Spero che nei prossimi giorni ci saranno miglioramenti perché di questo passo non si va da nessuna parte».
Attribuisce ogni mancanza «all’arte di arrangiarsi tipicamente italiana» il titolare del bar Berardo Achille Salerno: «Le elezioni hanno distolto l’attenzione degli abitanti. Se c’è stato un aumento di stranieri è stato impercettibile, da noi è arrivato solo qualche atleta della nazionale di nuoto greca».
Fuori dal coro Massimiliano Pisani, titolare della “Birreria del Corso” di piazza della Rinascita. Il ristoratore è l’unico tra quelli intervistati a dichiararsi pronto per l’invasione di sportivi e turisti: «Ogni nazione avrà una propria pizza, ne contiamo 23 con ingredienti differenti. In programma ci sono quattro serate a tema e giochi con i pizzaioli acrobatici. Gli sportivi potranno contare su sconti del 15 per cento dal prezzo dei menù».
Una buona notizia arriva intanto dai tecnici del Coni: il timer di piazza Salotto che segna la marcia di avvicinamento ai Giochi da ieri ha ripreso a funzionare.
I turisti in giro per il centro cittadino si contano sulle dita di una mano: qualche americano di ritorno dal mare, due ragazze tedesche e un venezuelano. Nessuno ammette di aver scelto il capoluogo adriatico per amore dello sport: tutti dicono di preferire il litorale pescarese per le spiagge, il sole e gli ombrelloni. L’impressione è che lo spirito di solidarietà dei Giochi non sia stato percepito al di fuori del comitato organizzatore.
«Le strade sono tappezzate di manifesti con la scritta “Pescara città vicina”, ma in realtà non conosciamo quasi nulla del programma organizzativo. Le informazioni sulle gare e le manifestazioni culturali le apprendiamo dalle pagine del Centro», si rammarica Daiana Leardi dello stabilimento balneare Palm Beach. Nei mesi scorsi la giovane donna si è data da fare per non arrivare impreparata all’evento e ha selezionato accuratamente il personale e i piatti forti della cucina. «Abbiamo camerieri che parlano cinque lingue: oltre all’italiano conoscono l’inglese, il francese, il tedesco e il russo», aggiunge, «tutti noi ci alterniamo per garantire pasti caldi dalle 12,30 alle 23,30 con tre menù fissi dal lunedì al giovedì».
A dispetto delle cifre ufficiali che prospettano valanghe di visitatori in arrivo e un sicuro volano di sviluppo per il turismo regionale, molti balneatori della riviera considerano la kermesse un’occasione mancata. A venir meno è stato proprio il marketing. Un esempio su tutti è il progetto mai portato a termine di far “adottare” ad ogni lido una nazione straniera in modo da avere bandiere diverse per ogni struttura che si affaccia sul mare.
«Siamo sorpresi dalla mancanza di informazione», dice Fabio Tiberi del Lido Beach. «Non abbiamo gadget, calendari delle gare e cartine della città. La spiaggia libera è sporca e non è stato ancora montato lo Stadio del Mare». «Il compito di dar vita ad azioni comuni spettava all’Amministrazione e alle altre strutture dirigenziali», rimarca Anna Baldassare del Lido Adriatica.
Un manifesto con il logo di Pescara 2009 è affisso all’ingresso della “Sirenetta”, ma il proprietario Giancarlo Checchin non è affatto soddisfatto dell’organizzazione: «Spero che nei prossimi giorni ci saranno miglioramenti perché di questo passo non si va da nessuna parte».
Attribuisce ogni mancanza «all’arte di arrangiarsi tipicamente italiana» il titolare del bar Berardo Achille Salerno: «Le elezioni hanno distolto l’attenzione degli abitanti. Se c’è stato un aumento di stranieri è stato impercettibile, da noi è arrivato solo qualche atleta della nazionale di nuoto greca».
Fuori dal coro Massimiliano Pisani, titolare della “Birreria del Corso” di piazza della Rinascita. Il ristoratore è l’unico tra quelli intervistati a dichiararsi pronto per l’invasione di sportivi e turisti: «Ogni nazione avrà una propria pizza, ne contiamo 23 con ingredienti differenti. In programma ci sono quattro serate a tema e giochi con i pizzaioli acrobatici. Gli sportivi potranno contare su sconti del 15 per cento dal prezzo dei menù».
Una buona notizia arriva intanto dai tecnici del Coni: il timer di piazza Salotto che segna la marcia di avvicinamento ai Giochi da ieri ha ripreso a funzionare.