Pescara, assunzioni pilotate all'Artasospetti su 15 incarichi a Tenaglia
La Mobile indaga sulle spese legali: all'avvocato di Chieti il doppio delle cause degli altri
PESCARA. Soldi pagati agli avvocati: 63.100 euro in 4 mesi. Nell'inchiesta su presunti concorsi truccati e favori negli appalti pubblici dell'Arta entrano anche le spese legali. La squadra mobile passa al setaccio i documenti già sequestrati negli uffici di viale Marconi 178 e scopre che quasi la metà dei fondi pubblici è andata all'avvocato di Chieti, Pierluigi Tenaglia, accusato di corruzione con il direttore amministrativo dell'Arta Antonio Fernandez. Sotto accusa, 15 incarichi da 25 mila euro.
Dopo l'arresto ai domiciliari scattato lunedì scorso per Antonio Fernandez, 56 anni, originario di Palermo ma residente a Teramo, continua l'indagine sull'Arta: gli investigatori della squadra mobile, guidati dal capo Pierfrancesco Muriana, passano a controllare le spese legali dell'agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, un ente pubblico che controlla mare, fiumi e acqua che respiriamo. In base alle prime indiscrezioni, arriva la conferma che dopo due gare d'appalto per i servizi legali sospese - secondo l'accusa, lo stop è arrivato per favorire Pierluigi Tenaglia, 47 anni, presidente dell'Ordine degli avvocati di Chieti - l'Arta chiama i legali sulla base di un albo interno: all'albo interno sono iscritti 8 professionisti, di Pescara, Chieti e uno è del foro di Napoli. Secondo i primi atti dell'indagine, tra il primo novembre 2011 e il 29 febbraio scorso, l'avvocato che ha ottenuto più incarichi è Tenaglia: 15 casi per quasi 25 mila euro, più Iva. A Fernandez e Tenaglia è contestata la corruzione per la promessa dell'assunzione della cognata di Fernandez nello studio di Tenaglia.
Degli altri sette avvocati, tutti non indagati, 4 non sono stati mai chiamati nel periodo dell'accertamento della polizia: si tratta di Barbara D'Angelosante, Francesco Bucceroni, Giuliano Agliata e Tiziana Brunetti. I tre che restano hanno ottenuto quasi la metà degli incarichi di Tenaglia: 9 a Laura Castellano per 13.500 euro, 9 anche a Maria Di Tillio per 12.600 euro e 8 a Manuel De Monte per 12 mila euro.
De Monte è l'avvocato che difende l'Arta in due ricorsi al Tar presentati da un legale di Roma, Luca Di Raimondo, che si è sentito beffato dalla sospensione della prima gare d'appalto e dall'avvio di un nuovo bando. Due ricorsi e per due volte il Tar ha dato la sospensiva alle decisioni dell'Arta. Ma nonostante le prese di posizione della giustizia amministrativa, la prima gara d'appalto è finita in un vicolo cieco e, secondo polizia e procura, il bando bis è stato «concordato» tra Fernandez e Tenaglia. In un'intercettazione con una collega di studio di Tenaglia, Brigida Carulli, non indagata, Fernandez se la prende proprio per il ricorso di Di Raimondo.
Fernandez: «Scusami se ti disturbo di prima mattina. So che la mattina...».
Carulli: «Ah, sono le 10».
Fernandez: «Senti, mi ritrovo qua, praticamente, un'istanza di ricorso al Tar fatta dall'avvocato Di Raimondo».
Carulli: «Ah».
Fernandez: «Contro, praticamente, l'Arta per aver sospeso la procedura di gara, revocato la procedura di gara, quella là, eccetera».
Carulli: «Ah».
Fernandez: «In quanto, lui sostiene, che non c'era motivo di, praticamente, di presentare questa, questa, praticamente, eh... questa questione della... in quanto, dice lui, perché, poi, c'è stato un, la rinuncia di un candidato e, quindi, praticamente, la questione si sarebbe dovuta già sospendere, già da prima».
Carulli: «Benissimo. Oh, cioè, benissimo, nel senso malissimo».
Poi, la conversazione continua e questa parte è ritenuta importante anche dal gip Gianluca Sarandrea che ha firmato l'ordinanza di domiciliari per Fernandez.
Fernandez: «Bisogna adottare un altro avviso di gara, praticamente e cioè, togliendo... infatti, noi a questo punto, con urgenza, dobbiamo adottare l'atto e, praticamente, di coso, in maniera tale che la cosa si... sia più forte, praticamente».
Carulli: «Certo. Eh, ma ce lo potevamo... oddio, io non me l'aspettavo perché pensavo...».
Fernandez: «Eh, io questo, mi aspettavo di tutto contro questo. Te l'ho detto, voi l'avete sottovalutato».
Carulli: «Uhm, uhm».
Fernandez: «Capito?».
Carulli: «Adesso ne parlo, lo dico subito a Pierluigi se sa...».
Fernandez: «Eh, perché io vi vorrei dare questa, praticamente, questa, questa cosa, verificare un attimino la nostra delibera. Vedere un attimino perché...».
A Fernandez non va giù il ricorso.
Carulli: «Come l'ha fatto a sapere?».
Fernandez: «Ma che ne so, non lo so».
Dopo l'arresto ai domiciliari scattato lunedì scorso per Antonio Fernandez, 56 anni, originario di Palermo ma residente a Teramo, continua l'indagine sull'Arta: gli investigatori della squadra mobile, guidati dal capo Pierfrancesco Muriana, passano a controllare le spese legali dell'agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, un ente pubblico che controlla mare, fiumi e acqua che respiriamo. In base alle prime indiscrezioni, arriva la conferma che dopo due gare d'appalto per i servizi legali sospese - secondo l'accusa, lo stop è arrivato per favorire Pierluigi Tenaglia, 47 anni, presidente dell'Ordine degli avvocati di Chieti - l'Arta chiama i legali sulla base di un albo interno: all'albo interno sono iscritti 8 professionisti, di Pescara, Chieti e uno è del foro di Napoli. Secondo i primi atti dell'indagine, tra il primo novembre 2011 e il 29 febbraio scorso, l'avvocato che ha ottenuto più incarichi è Tenaglia: 15 casi per quasi 25 mila euro, più Iva. A Fernandez e Tenaglia è contestata la corruzione per la promessa dell'assunzione della cognata di Fernandez nello studio di Tenaglia.
Degli altri sette avvocati, tutti non indagati, 4 non sono stati mai chiamati nel periodo dell'accertamento della polizia: si tratta di Barbara D'Angelosante, Francesco Bucceroni, Giuliano Agliata e Tiziana Brunetti. I tre che restano hanno ottenuto quasi la metà degli incarichi di Tenaglia: 9 a Laura Castellano per 13.500 euro, 9 anche a Maria Di Tillio per 12.600 euro e 8 a Manuel De Monte per 12 mila euro.
De Monte è l'avvocato che difende l'Arta in due ricorsi al Tar presentati da un legale di Roma, Luca Di Raimondo, che si è sentito beffato dalla sospensione della prima gare d'appalto e dall'avvio di un nuovo bando. Due ricorsi e per due volte il Tar ha dato la sospensiva alle decisioni dell'Arta. Ma nonostante le prese di posizione della giustizia amministrativa, la prima gara d'appalto è finita in un vicolo cieco e, secondo polizia e procura, il bando bis è stato «concordato» tra Fernandez e Tenaglia. In un'intercettazione con una collega di studio di Tenaglia, Brigida Carulli, non indagata, Fernandez se la prende proprio per il ricorso di Di Raimondo.
Fernandez: «Scusami se ti disturbo di prima mattina. So che la mattina...».
Carulli: «Ah, sono le 10».
Fernandez: «Senti, mi ritrovo qua, praticamente, un'istanza di ricorso al Tar fatta dall'avvocato Di Raimondo».
Carulli: «Ah».
Fernandez: «Contro, praticamente, l'Arta per aver sospeso la procedura di gara, revocato la procedura di gara, quella là, eccetera».
Carulli: «Ah».
Fernandez: «In quanto, lui sostiene, che non c'era motivo di, praticamente, di presentare questa, questa, praticamente, eh... questa questione della... in quanto, dice lui, perché, poi, c'è stato un, la rinuncia di un candidato e, quindi, praticamente, la questione si sarebbe dovuta già sospendere, già da prima».
Carulli: «Benissimo. Oh, cioè, benissimo, nel senso malissimo».
Poi, la conversazione continua e questa parte è ritenuta importante anche dal gip Gianluca Sarandrea che ha firmato l'ordinanza di domiciliari per Fernandez.
Fernandez: «Bisogna adottare un altro avviso di gara, praticamente e cioè, togliendo... infatti, noi a questo punto, con urgenza, dobbiamo adottare l'atto e, praticamente, di coso, in maniera tale che la cosa si... sia più forte, praticamente».
Carulli: «Certo. Eh, ma ce lo potevamo... oddio, io non me l'aspettavo perché pensavo...».
Fernandez: «Eh, io questo, mi aspettavo di tutto contro questo. Te l'ho detto, voi l'avete sottovalutato».
Carulli: «Uhm, uhm».
Fernandez: «Capito?».
Carulli: «Adesso ne parlo, lo dico subito a Pierluigi se sa...».
Fernandez: «Eh, perché io vi vorrei dare questa, praticamente, questa, questa cosa, verificare un attimino la nostra delibera. Vedere un attimino perché...».
A Fernandez non va giù il ricorso.
Carulli: «Come l'ha fatto a sapere?».
Fernandez: «Ma che ne so, non lo so».
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