Pescara, ex Cofa: il partito del no pronto a fermare l’accordo
Il Pd: l’atto è illegittimo, in arrivo ricorsi e denunce contro la speculazione Ma la commissione Edilizia dà parere favorevole al documento
PESCARA. La commissione tecnica Urbanistico-edilizia del Comune ha dato parere favorevole all’accordo di programma per la riqualificazione dell’ex Cofa. Ma sul documento sottoscritto da Regione, Provincia, Comune e Camera di commercio si sta scatenando un putiferio. Il Pd, definito dal presidente dell’ente camerale Becci il «partito del no», durante il forum di giovedì scorso nella redazione del Centro, sostiene che sia un atto illegittimo e si prepara a presentare ricorsi e denunce per fermare quell’atto che, secondo i democratici, «uccide il futuro urbanistico di Pescara». Sulla stessa linea gli altri partiti dell’opposizione e anche all’interno della maggioranza si registrano perplessità sull’accordo, che consentirà alla Camera di commercio, se verrà ratificato dal consiglio venerdì prossimo, di avviare i suoi progetti su quell’area.
Ma non è affatto scontato che l’accordo di programma possa ottenere il via libera dall’aula. Più passano i giorni e più aumentano le contestazioni e i dubbi su quell’atto sottoscritto da Chiodi, Testa, Mascia eBecci il primo febbraio scorso.
Il Pd, che ha persino costituito un gruppo di lavoro tra i consiglieri per esaminare il documento, chiede all’amministrazione di ritirarlo. «Dopo la breccia aperta con il permesso di costruire rilasciato alla società Pescaraporto per l’area ex Edison», ha detto il vice capogruppo Del Vecchio, «il sindaco Mascia e il suo governo cittadino, anziché blindare la restante parte del territorio, acconsente ad un’ulteriore lacerazione promuovendo un accordo di programma con la Camera di commercio e la Regione». «Una resa incondizionata», ha proseguito Corneli, «della tutela e della salvaguardia dell’interesse pubblico che il sindaco non contesta, ma anzi sottoscrive nel verbale della conferenza dei servizi, quando insieme agli altri coinvitati, Chiodi, Testa e Becci, decreta di “Prendere atto del sostanziale superamento delle previsioni attuative contenute nel Piano particolareggiato 2”. Ciò imporrebbe l’obbligo di informare il consiglio e chiedere a questo e non ad altri l’adozione di nuove scelte pianificatorie». Secondo il Pd, l’accordo sarebbe illegittimo non solo per la carenza di indicazioni, ma anche perché il Comune non ne trarrà alcun vantaggio. «Non si sa quali opere verranno realizzate, perché nell’accordo non c’è scritto», ha fatto notare D’Angelo. Dello stesso avviso anche il consigliere di Centro democratico Sulpizio: «La decisione dell’amministrazione di stralciare l’area ex Cofa dal Piano particolareggiato rappresenta una scelta sciagurata, dove l’interesse di una pianificazione urbanistica a favore dello sviluppo economico e sociale della città, viene abdicato in favore degli interessi dei proprietari dei singoli terreni».
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