Pescara, indagini sul rogo che ha distrutto il bar degli studenti
Incendio notturno al Caffè Pindaro davanti all’università. Il titolare: mai ricevuto minacce. Al lavoro la Mobile, il locale non è assicurato
PESCARA. I motivi sono tutti ancora da chiarire, ma di certo ieri notte qualcuno ha forzato e alzato la saracinesca del Caffè Pindaro, in viale Pindaro, è entrato e gli ha dato fuoco, distruggendo quasi completamente il locale al civico 45, molto frequentato dagli studenti, a due passi dagli ingressi dell’università.
Un rogo doloso, secondo i vigili del fuoco intervenuti sul posto intorno alle 3 e mezza di ieri notte insieme ai poliziotti della Volante, e come sostiene anche la squadra Mobile di Pierfrancesco Muriana che sta indagando sull’accaduto con il sostituto procuratore Gennaro Varone che ha già nominato un perito per ricostruire nel dettaglio come è stato appiccato il fuoco, ed eventualmente per individuare le tracce lasciate dai responsabili.
Tra i primi a essere ascoltati dagli investigatori è stato ovviamente il gestore del locale, un pescarese di 43 anni che da anni porta avanti l’attività di fronte all’università. Ai poliziotti l’uomo ha riferito di non aver mai ricevuto minacce né richieste estorsive. Nulla, inoltre, nella sua vita privata che lasci ipotizzare vendette o ripicche di natura sentimentale o legate ad altre vicende.
L’unico dato certo è che qualcuno ieri notte ha dato fuoco al locale, peraltro non assicurato, mettendo a rischio anche gli inquilini della palazzina dove ha sede il locale e le attività vicine che solo per il tempestivo intervento dei vigili del fuoco, allertati da un abitante del palazzo, non hanno subìto danni.
A complicare il lavoro degli investigatori, a cui il titolare ha riferito di aver abbassato e chiuso a chiave la saracinesca poi ritrovata aperta dopo il rogo, è il fatto che il locale non è dotato di telecamere. L’unica certezza è che l’incendio è stato appiccato da qualcuno che si è procurato del liquido infiammabile. Ma chi abbia agito e perché dovranno scoprirlo i poliziotti della squadra Mobile.
Due mesi fa, era stato messo a fuoco a Città Sant’Angelo il circolo privato El Hueco, che già nel 2011 era finito nelle mani di ignoti. Un’esplosione nella notte aveva distrutto l’ingresso del locale che quattro anni fa si trovava in un locale di 120 metri quadri dell’ex Monti, in via Cavallotti a Montesilvano, e che, nel frattempo, aveva cambiato sede spostandosi in via della Scafa, a Marina di Città Sant’Angelo.
Quattro anni fa, la porta del locale era stata forzata: le telecamere avevano ripreso una persona con un cacciavite. Ma l’inchiesta era finita in un vicolo cieco: il caso era stato infatti archiviato.