Pescara, pm scagiona Russo: "L’iter di Filò è stato regolare"
L’inchiesta sul progetto della Strada parco, per la procura non c’è stata truffa. Verso l’archiviazione il presidente della Gtm e il dirigente regionale Sorgi
PESCARA. La procura fa marcia indietro, riconosce che l’iter della filovia è stato corretto e chiede l’archiviazione per il presidente della Gtm Michele Russo, per il dirigente della Regione Antonio Sorgi, per il direttore dei lavori Angelo Bellafronte Taraborrelli e altre sei persone che tempo fa erano finite nell’inchiesta su presunte irregolarità nell’opera più grande e controversa che aspetta Pescara, il mezzo da 31 milioni di euro che collegherà Montesilvano e Pescara. La richiesta di archiviazione per i nove accusati, a vario titolo, di truffa, falso, abuso d’ufficio e frode nelle forniture pubbliche è stata depositata dal pm Valentina D’Agostino e, adesso, spetterà al giudice per le indagini preliminari Gianluca Sarandrea accoglierla o no.
L’accusa si smonta. La filovia della strada parco, la cui prima pietra è stata posata a Pescara nel settembre 2010 ma i cui lavori sono stati sospesi dalla Regione nell’ottobre 2012, è nata sotto una cattiva luce, da quando attorno al progetto che risale al 1992 sono sorti vari comitati che hanno gridato allo scempio della strada parco, protestando con manifestazioni ed esposti tendenti a evidenziare le presunte irregolarità del progetto della Gtm. Poi, è arrivata la magistratura a volerci vedere chiaro, aprendo un’inchiesta con nove indagati, ex e nuovo presidente della Gestione trasporti metropolitani, da Donato Renzetti a Russo, funzionari della Regione, appaltatori della Balfour Beatty, direttori e responsabili dei lavori, iscritti sul registro degli indagati con le accuse di truffa, falso, abuso e a cui, sostanzialmente, veniva contestato qualcosa di storto nell’appalto, la prosecuzione delle opere in assenza della procedura di screening. Da questo, in particolare, Russo – assistito dagli avvocati Marcello Russo e Vincenzo Di Girolamo – si era difeso durante l’interrogatorio di fronte al pm chiarendo, ad esempio, quell’inghippo rappresentato dai magneti e il nodo centrale: guida vincolata o no?. Durante l’interrogatorio Russo aveva spiegato l’iter al magistrato illustrando che nessuna filovia in Europa è stata mai sottoposta alla valutazione d’impatto ambientale perché il mezzo, a differenza delle metropolitane, non è a guida vincolata. Aveva aggiunto anche che i magneti, che secondo una perizia della procura sarebbero stati un vincolo per Filò, rappresentavano invece un «ausilio», come aggiunge oggi, «per il mezzo a guida svincolata, che infatti è in grado di muoversi ed essere spostato nel deposito della Gtm». Quello che i cittadini hanno potuto vedere a Pescara è un prototipo della filovia, un mezzo simile a quello che arriverà ma con alcune caratteristiche, come il numero dei posti, diverse. «Mi accusavano di aver pagato un mezzo mentre non era così», aggiunge Russo che non è sorpreso della richiesta perché, come spiega, «per me gli argomenti erano pacifici. Non conosco le motivazioni della richiesta ma è importante che l’archiviazione sia stata chiesta per tutti i coinvolti: questo dice che l’iter è stato regolare». Anche per gli altri, alcuni difesi dall’avvocato Augusto La Morgia, è stata chiesta l’archiviazione e, tra questi, c’è il direttore Bellafronte Taraborrelli, il responsabile unico del procedimento Pierdomenico Fabiani e alcuni dirigenti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA