Pescara, ripulì il parco dell'Infanzia: professore assolto
Fu accusato di violenza privata e invasione di terreni. Dopo sei anni gli viene riconosciuta la formula piena. L'avvocato: caso paradossale
PESCARA. A distanza di un mese, Andrea D'Emilio, professore di filosofia, piuttosto noto in città per le sue battaglie civili a favore delle persone più deboli, ha incassato un'altra assoluzione dal tribunale monocratico. D'Emilio, difeso dall'avvocato Vittorio Iovine, è stato assolto con formula piena dalla giudice Rossana Villani dalle accuse di violenza privata e invasione di terreni. Il caso risale all’ottobre del 2012, quando il professor D’Emilio ripulì di propria iniziativa e con i suoi mezzi il Parco dell'Infanzia in via Tavo, che era chiuso da tre anni per le incursioni di vandali e tossicodipendenti. Una vicenda costata al professore una denuncia da parte di una ditta privata incaricata di eseguire lavori di riqualificazione all'interno del Parco.
«Il tribunale», sottolinea l'avvocato Iovine, «con mirabile pronunzia ha accolto la nostra tesi assolvendo con formula piena l’imputato atteso che il fatto accertato, del tutto differente dal fatto risultante dal capo di imputazione che pertanto non sussiste, non aveva alcun requisito di antigiuridicità e in conseguenza di esso non poteva essere invocato alcun rimprovero penale».
«È stato paradossale», sostiene D'Emilio, «subire un processo per aver ripulito e riaperto un parco abbandonato da anni. Sono orgoglioso di averlo fatto e lieto per questa assoluzione. Ogni cittadino ha il dovere di impegnarsi per il bene comune, anche esponendosi a dei rischi. La gioia dei bambini quel giorno della riapertura del parco la porterò sempre con me».
Un mese fa, D'Emilio, anche in quel caso difeso dall'avvocato Iovine, era stato assolto con formula piena dall'accusa di resistenza a pubblico ufficiale legata a una protesta messa in atto nel 2015 nei locali della biblioteca D'Annunzio di Pescara per richiamare l'attenzione delle istituzioni sulla carenza di fondi che, a suo dire, ostacolava la compiuta erogazione del servizio. In quell'occasione, D'Emilio si era incatenato a una balaustra della biblioteca e poi, al suo rifiuto di interrompere la protesta, finì in manette. Una vicenda, che dopo tre anni, si è chiusa appunto con l'assoluzione. (Marianna Ventura)