Pescara, scandalo ex Cofa: una discarica sul lungomare sud / Foto
Il Pd: situazione intollerabile, intervenga il Comune. Il sindaco: recuperiamo l’accordo fra Regione e Camera di commercio
PESCARA. Un bermuda color ghiaccio, una canottiera celeste e una maglia nera appesi ad asciugare a una sottile corda bianca raccontano di una storia di vita vissuta all'interno di quello che resta dell'ex Cofa, il vecchio mercato ortofrutticolo abbandonato. Una storia di disperazione, solo l'ultima, di questi invisibili che vivono in città di giorno per poi tornare nell'ombra durante la notte all'interno di una struttura che ormai è in totale abbandono, una mega discarica contenente rifiuti di ogni tipo. Lo scenario all'interno di quelle quattro mura è davvero spettrale, con cumuli di immondizia alti fino a due metri, tappeti di escrementi un po' ovunque, vetri di bottiglie rotte che ricoprono il pavimento e resti di cibo in decomposizione. L'unica forma di vita quando il sole è ancora alto è solo un gatto bianco e nero che staziona a due passi dalla spazzatura.
Sono passati gli anni, gli sono succedute le amministrazioni, sia comunali che regionali, ma l'ex Cofa è ancora lì, uno scempio urbanistico e ambientale proprio sotto al Ponte del mare, l'opera diventata simbolo della città. Un contrasto davvero forte quello che si nota nell'area esterna del vecchio mercato: un montagna di rifiuti, tra cui una rete da letto, un materasso, cassette in plastica e sanitari di vario tipo e sullo sfondo la biforcazione del Ponte del mare. A tre mesi dall’ultimo reportage del Centro, i blitz che periodicamente fanno le forze dell'ordine risultano solo dei palliativi, dei rimedi momentanei, nell'ex Cofa sono tangibili i segni che dimostrano che lì dentro c'è di nuovo gente che ci vive, ora che l'ingresso è anche facilitato dalla rottura della recinzione esterna.
In mezzo ai rifiuti e con un odore acre causato da escrementi e cibo ormai avariato. Il problema non è più solo di decoro urbano ma anche igienico sanitario.
«Siamo venuti qui», ha spiegato il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Moreno Di Pietrantonio, nel corso di un incontro con i giornalisti all’interno dell’ex mercato, «per riaccendere i riflettori sull'ex Cofa che noi definiamo il giacimento della disperazione perché è il ricovero di tante persone senza tetto e diseredati, se questa amministrazione pensa di risolvere il problema facendo stare questa gente qui dentro non credo sia tollerabile. Le soluzioni devono essere altre. Con un'interrogazione chiederò alla giunta quale sia l'azione che vuole intraprendere per una reale riqualificazione di questa area con un progetto e un programma. Non è più sopportabile tenere una struttura del genere nel centro della città».
«Abbiamo interessato tutte le istituzioni», ha aggiunto il consigliere di circoscrizione del Pd, Giacomo Cuzzi, «Prefetto, questura e Asl compresi, il sindaco ha chiesto un'opera di bonifica alla Regione e questo è il risultato, una grande discarica. Le persone che vivono qui vanno reintegrate, non escluse».
«Non abbiamo bisogno delle parole del Pd», è la risposta a distanza del sindaco Luigi Albore Mascia e del consigliere comunale del Pdl, Lorenzo Sospiri, «per effettuare bonifiche costanti su quell’area, bonifiche che però hanno un costo per la collettività perché ogni volta si tratta di portare via camion di rifiuti ingombranti, di igienizzare la superficie e i capannoni, senza contare che la disponibilità di quegli spazi rappresenta un’attrattiva naturale per i senza fissa dimora e per chi intende delinquere. Ogni settimana Comune, Regione, forze dell’ordine eseguono blitz nella struttura, ogni volta cambiando catene, serrature e chiavi, ma per risollevare le sorti di quello spazio occorrono interventi radicali di recupero urbano. A questo punto il Pd raccolga la nostra sfida: cercheremo di recuperare l’accordo tra Regione e Camera di Commercio e riporteremo in aula la delibera. Il Pd abbia il coraggio di approvarla, se veramente tiene allo sviluppo e alla cura della nostra città, altrimenti ne dovrà rispondere, tra qualche mese, ai pescaresi e agli abruzzesi tutti».
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