PESCARA
Portantini ai funerali lavorano in nero e con il reddito di cittadinanza
Trovati dalla Finanza oltre 130 disoccupati nelle attività di “spallaggio” in diversi comuni del Pescarese. Sanzioni amministrative per quasi 230mila euro
PESCARA. Venivano impiegati come portantini nelle attività di “spallaggio” dei funerali senza contratto né tutele e spesso risultavano al lavoro in più luoghi contemporaneamente.
Al dono dell’ubiquità alcuni aggiungevano anche il reddito di cittadinanza e misure di sostegno legate all’emergenza dovuta alla pandemia da Covid-19. A porre fine a questa attività illecita sono stati i militari della Guardia di Finanza i quali hanno scoperto che oltre 130 persone, di età compresa tra i 30 e i 50 anni, lavoravano in 17 aziende del Pescarese senza contratti né tutele.
Nell’ambito dell’operazione “Steal Jobs”, che ha riguardato il settore delle onoranze funebri, i finanzieri della Tenenza di Popoli hanno individuato le imprese che occultavano i portantini “in nero” registrando, al loro posto, la presenza di dipendenti regolarmente assunti, nei verbali di chiusura feretro depositati al Comune.
Spesso le stesse persone comparivano impiegate in più funerali nello stesso momento. Il trucco dell’ubiquità degli operatori veniva agganciato, poi, anche alla mancata contabilizzazione della fattura emessa per il servizio di somministrazione del personale reso ai lavoratori regolari.
Tra contributi non versati e ricavi non dichiarati, l’80% del personale utilizzato in quasi 1.500 funerali ispezionati è risultato “in nero” o “irregolarmente impiegato” dalle ditte esecutrici delle esequie per circa 6.300 giornate lavorative.
Le indagini hanno coinvolto decine di Comuni dell’entroterra pescarese e si sono basate, in una prima fase, nell’acquisizione dei dati sui funerali celebrati dal 2019 al 2021.
Sono scattate sanzioni amministrative per quasi 230mila euro. Le violazioni di natura fiscale accertate ammontano a circa 27mila euro con possibili conseguenze, anche penali, per falso in atto pubblico.
I dati acquisiti sono stati trasmessi all’ Ispettorato Territoriale del Lavoro e all’I.N.A.I.L. a tutela degli interessi dei dipendenti irregolari dal punto di vista assistenziale, assicurativo e previdenziale.
La grave incidenza che il “lavoro nero” ha sul territorio fa sì che l’Abruzzo si collochi a metà della classifica nazionale con il 15,6% del PIL ( prodotto interno lordo) generato dall’economia sommersa.
E’ quanto evidenzia il comandante provinciale della Guardia di finanza di Pescara, il colonnello Antonio Caputo il quale spiega che a Popoli è stata attivata una task-force - un gruppo operativo di finanzieri specializzati - che ha acceso i riflettori su un settore che non sembra risentire degli effetti della crisi economica post-pandemica.
Infatti le numerose aziende controllate hanno registrato un trend in crescita del fatturato mediamente del 40% nel triennio 2019-2021, con picchi fino ad oltre il 100%.