Porti in ritardo su banchine e dragaggio
Lo stato dei porti abruzzesi è fortemente penalizzato dai ritardi accumulati negli anni, per l’assenza di una strategia chiara sacrificata soprattutto agli interessi dei singoli territori (Giulianova,...
Lo stato dei porti abruzzesi è fortemente penalizzato dai ritardi accumulati negli anni, per l’assenza di una strategia chiara sacrificata soprattutto agli interessi dei singoli territori (Giulianova, Pescara, Ortona e Vasto). Le novità ora due: la riforma delle Autorità portuali ha inserito Pescara e Ortona all’interno del Sistema portuale del mare Adriatico centrale (Ancona). Una soluzione accettata con una qualche difficoltà dalla Regione Abruzzo che aveva chiesto al ministro delle Infrastrutture Delrio una deroga al decreto per passare armi e bagagli con Civitavecchia, ritenuta più strategica per sviluppare i collegamenti del corridoio est-ovest. L’altra novità è la Zes, la zona economica speciale prevista dal decreto Mezzogiorno (aree scelte per attrarre investimenti esteri o extra-regionali, attraverso incentivi, agevolazioni fiscali, deroghe normative ecc.) che dovrà svilupparsi proprio in riferimento ad un’area portuale. Per l’Abruzzo si parla di una Zes in coabitazione con il Molise. E già a Campobasso si pensa a Termoli come area portuale di riferimento. Arrivare a questi due appuntamenti con grosse criticità strutturali (banchine e dragaggio) nonostante i 55 milioni stanziati dal Masterplan non ci fa essere ottimisti.