<b>Dragaggio.</b> Progetto per una seconda cassa di colmata, lallerta del Wwf: nessuna fuga in avanti sul piano regolatore portuale<BR>
Porto, la vasca per i fanghi non è a norma
Documento dell'università rivela: struttura non impermeabilizzata, servono nuovi lavori
PESCARA. La vasca di colmata «non risponde agli attuali requisiti di legge per accogliere materiale di dragaggio inquinato». In parole povere, la vasca non è a norma. Ecco cosa si legge in un documento sul dragaggio realizzato a luglio del 2011. Ed ecco perché prima di usare la vasca per depositare i fanghi del porto non toccherà solo analizzare i materiali per poi svuotarla, ma anche renderla impermeabile.
La soluzione al dramma del mancato dragaggio, insomma, anche se si intravede non è proprio vicinissima. Per arrivarci serviranno parecchi passaggi. E, visto come sono andate le cose finora, anche parecchia fortuna da spendere perchè nulla si intoppi e tutto proceda nel modo più rapido possibile.
LA VASCA. Cosa sia la vasca di colmata e in che condizioni è lo dice un paragrafo di un documento presentato nel luglio del 2011. Il documento è la Relazione tecnica predisposta per il piano di dragaggio che aveva avviato il commissario Guerino Testa, nominato proprio un mese prima della presentazione di questo Piano organico degli interventi. «La vasca di colmata esistente è stata ultimata nel 2004 insieme al molo di Levante», si legge nella relazione tecnica dell'Università dell'Aquila. Poco dopo, però, i redattori hanno messo le mani avanti: «La vasca non risponde, in termini di impermeabilità, agli attuali requisiti di legge per accogliere materiale di dragaggio inquinato». La vasca, quindi, non è a norma. Una elemento, questo, ben noto anche a chi ha preso in mano la questione dragaggio dopo le dimissioni, formalizzate ma non ancora accettate, di Testa. A dimostrarlo è la nota inviata dal presidente della Regione Gianni Chiodi dopo il vertice a Roma con i sottosegretari all'Ambiente e alle Infrastrutture che hanno preso in carico l'emergenza dragaggio. «Il ministero per le Infrastrutture», scrive Chiodi, «ha disposto di consentire l'accesso e tutte le attività nella vasca di colmata, dando mandato al Provveditore per le Opere pubbliche di avviare l'iter amministrativo per la nuova colata e la messa in sicurezza della vecchia». Messa in sicurezza, insomma, significa messa a norma. Proprio perchè la vasca, come sostenuto nella relazione tecnica, al momento non è impermeabilizzata.
I FANGHI. La vasca di colmata, però, oltre a non essere impermeabilizzata, è piena. «Attualmente la vasca», scrivono i tecnici, «ha esaurito il suo compito in quanto risulta piena». Per utilizzarla, spiegavano gli stessi tecnici un anno fa, «risulta indispensabile eseguire il rilievo topografico dell'area e la caratterizzazione chimico-fisica del materiale depositato al suo interno». Ecco cosa intende Chiodi quando parla di «avviare l'iter amministrativo per la nuova colata e la messa in sicurezza della colata esistente» per far partire il nuovo dragaggio: analisi sul materiale, svuotamento della vasca e impermeabilizzazione.
LA SECONDA VASCA. Di spazio per accogliere tutti i 400 mila metri cubi che si prevede di dragare, però, in quella struttura anche una volta messa a norma non ce n'è. La capienza massima, infatti, è di 150 mila metri cubi. Ecco perchè durante il vertice a Roma di giovedì si è parlato anche dell'individuazione di un'area da 100 mila metri cubi per i fanghi. Ma soprattutto si è parlato della costruzione di una seconda vasca di colmata «che venga incontro alle esigenze della struttura portuale e che risponde a quel profilo di potenziamento delle infrastrutture portuali», ha scritto Chiodi. Parole che da sole sono bastate a mettere in allarme il Wwf. Perchè la seconda cassa di colmata è prevista nel nuovo Piano regolatore portuale, un progetto che non piace nè agli ambientalisti nè agli armatori e che al momento è in fase di Valutazione ambientale strategica, un momento in cui tutti possono presentare osservazioni sull'opera. «Non vorremmo», dice Augusto De Sanctis del Wwf, «che con la pistola puntata del dragaggio si facciano scelte che precorrono il Piano regolatore portuale e che poi obblighino a usarlo per forza. Il nuovo Piano regolatore portuale deve essere fatto con tutti i passaggi e bisogna dare il tempo di presentare le osservazioni altrimenti si rischia di fare lo stesso errore fatto con la diga foranea».
La soluzione al dramma del mancato dragaggio, insomma, anche se si intravede non è proprio vicinissima. Per arrivarci serviranno parecchi passaggi. E, visto come sono andate le cose finora, anche parecchia fortuna da spendere perchè nulla si intoppi e tutto proceda nel modo più rapido possibile.
LA VASCA. Cosa sia la vasca di colmata e in che condizioni è lo dice un paragrafo di un documento presentato nel luglio del 2011. Il documento è la Relazione tecnica predisposta per il piano di dragaggio che aveva avviato il commissario Guerino Testa, nominato proprio un mese prima della presentazione di questo Piano organico degli interventi. «La vasca di colmata esistente è stata ultimata nel 2004 insieme al molo di Levante», si legge nella relazione tecnica dell'Università dell'Aquila. Poco dopo, però, i redattori hanno messo le mani avanti: «La vasca non risponde, in termini di impermeabilità, agli attuali requisiti di legge per accogliere materiale di dragaggio inquinato». La vasca, quindi, non è a norma. Una elemento, questo, ben noto anche a chi ha preso in mano la questione dragaggio dopo le dimissioni, formalizzate ma non ancora accettate, di Testa. A dimostrarlo è la nota inviata dal presidente della Regione Gianni Chiodi dopo il vertice a Roma con i sottosegretari all'Ambiente e alle Infrastrutture che hanno preso in carico l'emergenza dragaggio. «Il ministero per le Infrastrutture», scrive Chiodi, «ha disposto di consentire l'accesso e tutte le attività nella vasca di colmata, dando mandato al Provveditore per le Opere pubbliche di avviare l'iter amministrativo per la nuova colata e la messa in sicurezza della vecchia». Messa in sicurezza, insomma, significa messa a norma. Proprio perchè la vasca, come sostenuto nella relazione tecnica, al momento non è impermeabilizzata.
I FANGHI. La vasca di colmata, però, oltre a non essere impermeabilizzata, è piena. «Attualmente la vasca», scrivono i tecnici, «ha esaurito il suo compito in quanto risulta piena». Per utilizzarla, spiegavano gli stessi tecnici un anno fa, «risulta indispensabile eseguire il rilievo topografico dell'area e la caratterizzazione chimico-fisica del materiale depositato al suo interno». Ecco cosa intende Chiodi quando parla di «avviare l'iter amministrativo per la nuova colata e la messa in sicurezza della colata esistente» per far partire il nuovo dragaggio: analisi sul materiale, svuotamento della vasca e impermeabilizzazione.
LA SECONDA VASCA. Di spazio per accogliere tutti i 400 mila metri cubi che si prevede di dragare, però, in quella struttura anche una volta messa a norma non ce n'è. La capienza massima, infatti, è di 150 mila metri cubi. Ecco perchè durante il vertice a Roma di giovedì si è parlato anche dell'individuazione di un'area da 100 mila metri cubi per i fanghi. Ma soprattutto si è parlato della costruzione di una seconda vasca di colmata «che venga incontro alle esigenze della struttura portuale e che risponde a quel profilo di potenziamento delle infrastrutture portuali», ha scritto Chiodi. Parole che da sole sono bastate a mettere in allarme il Wwf. Perchè la seconda cassa di colmata è prevista nel nuovo Piano regolatore portuale, un progetto che non piace nè agli ambientalisti nè agli armatori e che al momento è in fase di Valutazione ambientale strategica, un momento in cui tutti possono presentare osservazioni sull'opera. «Non vorremmo», dice Augusto De Sanctis del Wwf, «che con la pistola puntata del dragaggio si facciano scelte che precorrono il Piano regolatore portuale e che poi obblighino a usarlo per forza. Il nuovo Piano regolatore portuale deve essere fatto con tutti i passaggi e bisogna dare il tempo di presentare le osservazioni altrimenti si rischia di fare lo stesso errore fatto con la diga foranea».
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