Processo sanità è il giorno dell’accusa contro Del Turco
Inizia oggi la maxi requisitoria, i pm Bellelli e Di Florio cercheranno di dimostrare l’esistenza delle tangenti
PESCARA. A cinque anni dagli arresti che hanno decapitato la giunta dell’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco, il processo sanità entra nell’ultima fase: la procura inizia da oggi a presentare il conto ai 24 imputati del più importante procedimento giudiziario della regione. La requisitoria dei pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli inizierà stamattina alle 9 ma non si esaurirà oggi, proseguendo nell’udienza di mercoledì e, se sarà necessario, anche in quella fissata il 17 giugno.
La requisitoria arriva dopo due anni di dibattimento, con quasi un centinaio di udienze e circa trecento testimoni ascoltati tra accusa e difesa. I due pm si alterneranno nella requisitoria parlando di sanità, di cartolarizzazioni per arrivare al cuore del processo, quel giro di presunte tangenti di 15 milioni di euro che l’ex titolare di Villa Pini Vincenzo Maria Angelini avrebbe dispensato a politici sia di centrosinistra che di centrodestra ottenendo in cambio benefici per le sue cliniche. Se Del Turco, da oltre un mese, non partecipa più alle udienze, in questi due anni i banchi della maxi aula 1 che venne realizzata proprio per ospitare i grandi numeri del processo sono stati affollati dagli imputati principali che, anche oggi, saranno in aula: l’ex deputato del Pdl Sabatino Aracu, l’ex assessore regionale alla sanità Bernardo Mazzocca, l’ex consigliere regionale Camillo Cesarone, l’allora segretario alla presidenza della giunta regionale Lamberto Quarta e l’ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga. Sono associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso, falso e truffa alcuni dei reati di cui devono rispondere, a vario titolo, i 24 imputati (due sono deceduti) tra cui c’è il nome di Angelini, l’imprenditore della sanità che ha fatto scattare l’inchiesta che ha virato le sorti politiche di una regione nel corso di una serie di confessioni fiume. Angelini nel processo figura nella doppia veste di imputato e parte civile, di concusso e corruttore: è lui il grande accusatore dell’ex presidente Del Turco a cui avrebbe consegnato delle presunte tangenti che, invece, l’ex governatore ha sempre respinto. Tra queste c’è la presunta mazzetta da 200 mila euro, quella che Angelini ha raccontato di aver portato a casa di Del Turco a Collelongo il 2 novembre 2007, fotografando – separatamente – i soldi, i soldi all’interno di una busta e la busta di mele che avrebbe ricevuto in cambio dall’ex presidente della Regione. Una presunta tangente rispedita al mittente da Del Turco che, durante il dibattimento, è intervenuto varie volte per dire di non aver mai preso soldi da Angelini. Nell’inchiesta era finito inizialmente anche l’ex presidente della Regione di centrodestra Giovanni Pace che ha scelto il rito abbreviato ed è stato assolto. La procura ha presentato appello. Dopo la requisitoria, tra giugno e luglio si esauriranno le arringhe degli avvocati e la sentenza del processo sanità arriverà il 19 luglio.
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