Processo sanità, Maresca: Villa Pini voleva 38 milioni

E il presidente del tribunale espelle Del Turco dall'aula perché «sghignazza»

PESCARA. Un decreto ingiuntivo - targato tribunale di Chieti - per ottenere 38 milioni di euro. Mittente: Villa Pini. Settembre 2007: un colpo mortale per le casse della Asl di Chieti, che in un batter d'occhio mette in piedi uno staff di esperti per confutare quella richiesta prima che l'atto diventi parzialmente esecutivo.

Il neonato nucleo ispettivo smonta la richiesta e presenta opposizione, forte della verifica in 40 giorni che accerta l'illegittimità della richiesta per quasi 21 milioni. L'effetto è immediato: il tribunale concede la sospensiva.

All'ennesima udienza dedicata ai testi dell'accusa, il processo Sanità - 27 imputati - torna alle origini, alla lente d'ingrandimento posta dalla finanza sui conti del gruppo di Vincenzo Angelini, l'imprenditore che avrebbe pagato tangenti per 15 milioni ai politici per ottenere vantaggi per la propria casa di cura.

Un'udienza tecnica, scaldata da continui battibecchi tra le parti e colorata dall'allontanamento dall'aula per una manciata di minuti dell'ex governatore Ottaviano Del Turco da parte del presidente Carmelo De Santis, stizzito dallo «sghignazzare». Accade quando al banco dei testimoni sta esaurendo la sua deposizione l'ex manager della Asl di Chieti Mario Maresca. Il quale ripercorre le tappe di un mandato subito in salita («trovai un buco di 103 milioni, legato soprattutto ai fatturati delle cliniche private»), diventato un incubo con quel decreto, frutto di pagamenti ritardati da parte della Asl.

Per la quale, però, quelle prestazioni sanitarie per 20 milioni e 800 mila euro non erano riconoscibili, cioè non remunerabili, perché piene di anomalie («trovammo diverse aperture di cartelle cliniche per lo stesso paziente o per la stessa patologia»). La Asl, ente pagatore, anche tramite l'ex direttore amministrativo Giulietta Capocasa (pure ieri testimone), segnalò alla Regione - unica deputata al controllo - alla vigilia di Natale del 2007 che la richiesta non andava onorata. Ma poi a metà febbraio 2008 lo stesso Maresca e altri manager (tranne Balestrino per Pescara) firmarono l'atto transattivo per il saldo a Deutsche Bank. In mezzo, il 29 gennaio 2008, la Regione aveva partorito la delibera 58 che autorizzava il pagamento di 14 milioni alla Deutsche Bank alla quale lo stesso Angelini aveva ceduto una somma equivalente di crediti vantati nei confronti della Regione. Crediti per prestazioni sanitarie ritenute però illegittime. Ieri, Maresca ha detto che fu dato l'ok per il pagamento di 8 milioni. Perché la Asl cambiò idea, hanno chiesto i pm Giampiero Di Florio, Giuseppe Bellelli e Nicola Trifuoggi?

L'ex manager: «Noi eravamo i titolari delle fatture cedute alla Deutsche Bank e correvamo il rischio di incorrere nella Corte dei Conti. Risparmiammo un milione di interessi passivi e ci riservammo di rivalerci attraverso l'istituto della compensazione a ispezioni completate». La difesa ha prodotto un comunicato stampa, datato 3 marzo 2008, in cui la Asl di Chieti sostiene di essere stata chiamata a effettuare verifiche sulle prestazioni di Villa Pini. Da chi? Secondo la difesa, dalla Regione stessa, che avrebbe contrastato e non favorito Angelini controllandone le attività. Si torna in aula il 14 giugno, parleranno i finanzieri. (g.p.c.)

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