Province, la proposta del Pdl: “Insieme Pescara, Chieti e Teramo”
La proposta del senatore Pastore: costituzione in Abruzzo della Provincia Appenninico-Adriatica (o Adriatico-Appenninica) da ottenersi attraverso l’accorpamento per fusione delle attuali tre province che si affacciano sul mare
PESCARA. La costituzione in Abruzzo della Provincia Appenninico-Adriatica (o Adriatico-Appenninica) da ottenersi attraverso l’accorpamento per fusione delle attuali Province di Pescara, Chieti e Teramo. L’altra provincia sarebbe ovviamente l’ Aquila. La proposta arriva dal Pdl dell’ Abruzzo e s’inserisce nel tema dell’accorpamento delle province. L’idea è del senatore del Pdl Andrea Pastore, presidente della Commissione bicamerale sulla semplificazione legislativa.
L’iniziativa è stata presentata alla stampa a Pescara dallo stesso Pastore e da Nazario Pagano, presidente del Consiglio regionale, Carlo Masci, assessore regionale alle Finanze, Guerino Testa, presidente della Provincia di Pescara, Luigi Albore Mascia, sindaco di Pescara, nonché da consiglieri comunali e regionali. «Tale soluzione - questa la convinzione dei proponenti - collimerebbe con la effettività geografica, orografica ed economica dei territori ricompresi, i quali riconoscerebbero in una unica realtà amministrativa coerente ed organica una omogeneità demografica e storica che favorirebbe e forse agevolerebbe la redistribuzione dei servizi burocratici attualmente accentrati presso le città capoluogo».
«Ritengo - ha detto Pastore - che questa sarebbe la soluzione più opportuna perché salverebbe l’Abruzzo». La proposta lanciata oggi dal Pdl si inserisce in un dibattito già partito a livello locale all’indomani del decreto del Governo Monti. «Mi è dispiaciuto - ha detto Pastore in conferenza - vedere che è iniziato un dibattito di campanili, in Abruzzo. Pescara non vuole delle medagliette ma non può sopportare che le medagliette altrui determinino danni alla città».
Il riferimento è alle dichiarazioni del presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, relative all’annessione di Pescara a Chieti (che avrebbe i requisiti per rimanere Provincia). Il senatore del Pdl ha anche fatto notare che «il percorso da seguire è ancora tutto da scrivere e gli esiti possono essere i più imprevedibili», aggiungendo che tra i discorsi aperti c’è quello «centrale» degli Uffici territoriali dello Stato (gli Uffici territoriali del Governo di oggi), che dovranno coincidere con le Province. Ha anche commentato che nel Paese «c’è ormai la convinzione che tutti i mali italiani possano essere eliminati abolendo le Province», ma lui ritiene che sia una polemica «strumentale» pur dicendosi «favorevole alla semplificazione».
Il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, che nei giorni scorsi ha risposto a distanza a Di Giuseppantonio, ha già detto la sua in una lettera inviata a Monti e ad alcuni ministri spiegando che potrebbero «ridestarsi antiche e devastanti rivalità campanilistiche soprattutto tra le città di Pescara e L’Aquila» e chiedendo «il mantenimento dello status quo» oppure la fusione delle tre Province di Pescara, Chieti e Teramo. Testa ha chiesto che si apra «una discussione sulle funzioni e i servizi che devono erogare le Province e la soppressione degli enti che svolgono funzioni sovracomunali, che produrrebbe un risparmio 22 volte superiore alla soppressione delle Province». Ha anche detto «no» alla elezione indiretta degli organi delle Province e ha ribadito che « Pescara è il capoluogo economico dell’intera regione».
Per Pagano «la politica, nel decidere l’architettura costituzionale, non può procedere secondo i propri desiderata ma deve sapere ascoltare la gente e le pulsioni che arrivano dal basso» e Masci ha sottolineato che «è necessario avere Province efficienti, mentre il decreto sulla spending review assegna alle Province competenze irrisorie».
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