Rapina a Pescara Vecchia, la sicurezza sotto accusa

Scazzottata nella notte, due baresi presi a pugni. I commercianti del centro storico: "Prezzi più alti contro gli ubriachi"

PESCARA. Un’aggressione nel bel mezzo della notte nel cuore della movida: calci, pugni e 500 euro rubati dal portafogli del malcapitato imprenditore originario della provincia di Bari, successivamente medicato al pronto soccorso dell’ospedale civile. L’ultimo episodio di violenza a Pescara Vecchia riporta cittadini, forze dell’ordine e titolari di locali e ristoranti di fronte al nodo non sciolto dei controlli nel centro storico cittadino. «È ora di fare qualcosa», sbotta Cristian Summa, presidente del consorzio Pescara Vecchia, «c’è bisogno di innalzare il target medio della popolazione e lo faremo proponendo di aumentare i prezzi dei cicchetti, in modo da scoraggiare i malintenzionati e selezionare la clientela».

L’idea di una fetta considerevole di gestori e proprietari degli esercizi commerciali di corso Manthonè e via delle Caserme, arriva all’indomani dell’ennesimo pestaggio che ha sconvolto il popolo della notte. Tutto inizia poco prima delle 4, alla cassa di uno dei locali di Pescara Vecchia che fa musica fino a tardi. Le vittime sono due uomini della provincia di Bari, entrambi 40enni. Secondo quanto hanno raccontato ai carabinieri, coordinati dal capitano Claudio Scarponi, si trovavano per caso nel capoluogo adriatico e avevano deciso di trascorrere la notte nei locali di punta del centro storico. Una parola fuori posto, un bicchiere di troppo e iniziano gli insulti e gli spintoni. La rissa si anima all’esterno del locale. I due baresi vengono accerchiati da tre ragazzi più giovani: pugni in pieno volto, schiaffi e calci a raffica. A uno di loro, che di professione fa l’imprenditore, gli viene sfilato il portafogli dalla tasca. Il bottino è di 500 euro. Pochi minuti e arrivano i soccorsi. I due vengono portato al pronto soccorso dello Spirito Santo: la prognosi parla di lesioni al volto guaribili in 21 e 5 giorni.

Mentre i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile si mettono sulle tracce degli aggressori, ascoltando gli eventuali testimoni e visionando successivamente i filmati delle telecamere a circuito chiuso, c’è già chi reclama il potenziamento del servizio interforze. Al momento le pattuglie di carabinieri, polizia, guardia di finanza e vigili urbani effettuano le operazioni di controllo del territorio dalle 22 alle 4 esclusivamente il sabato sera, oppure in coincidenza di particolari ricorrenze e festività. A sorvegliare le strade della movida durante la notte, restano gli uomini delle società di vigilanza in servizio alle porte dei locali. «Siamo costretti a ricorrere ai privati», lamenta Leo Sfamurri, titolare del ristorante Chiodo fisso, «per un servizio che dovrebbe garantirci il Comune». Il distaccamento della polizia municipale, aperto lo scorso autunno in via delle Caserme e potenziato proprio nei giorni scorsi, resta aperto cinque giorni a settimana, per dodici ore consecutive, dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20, con un unico turno notturno a cavallo tra il venerdì e il sabato.

«La collaborazione con le forze dell’ordine è collaudata», sottolinea Cristian Summa, «ma il centro storico è frequentato da tantissima gente delle più svariate estrazioni sociali e purtroppo non si può tenere sotto controllo ogni cosa. Le telecamere ci sono, così come la vigilanza. Ma è necessario che anche noi commercianti facciamo di più». Il presidente del consorzio Pescara Vecchia ammette di «confidare nell’ottimo lavoro dei carabinieri» per individuare, nel più breve tempo possibile, gli autori dell’aggressione. Ma, allo stesso tempo, lancia una proposta: «La prossima settimana», dice Summa, «noi operatori della zona ci incontreremo per discutere di questa situazione. Personalmente proporrò di innalzare il target medio di chi frequenta i nostri bar e ristoranti. In che modo? Ad esempio aumentando i prezzi dei cicchetti, in modo da scoraggiare i malintenzionati che vengono a Pescara Vecchia solo per ubriacarsi e provocare risse».

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