Rigopiano, il procuratore Bellelli: “Disastro prevedibile ed evitabile”

1 Gennaio 2025

Per il capo della Procura di Pescara “accettare il fatalismo di un disastro naturale è inammissibile”

PESCARA. "Accettare il fatalismo di un disastro naturale che determina tante vittime è inammissibile", si è trattato sì di un "evento naturale, ma di un disastro prevedibile ed evitabile" qualora si fosse fatta pianificazione e programmazione sul territorio. E' il parere del procuratore di Pescara, Giuseppe Bellelli, in merito alla tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindola travolto da una valanga il 18 gennaio 2017: morirono 29 persone, undici furono i superstiti.

La vicenda giudiziaria, arrivata in Cassazione, vedrà un nuovo processo d’appello davanti ai giudici di Perugia per sei dirigenti del Servizio di Protezione civile della Regione Abruzzo, assolti nei primi due gradi di giudizio, in relazione alla mancanza di una carta valanghe.

"Rispetto al depistaggio, che non è più reato di depistaggio - ha dichiarato Bellelli - resta il fatto, la vicenda umana, storica, di quell'ultima telefonata con cui il giovane D'Angelo (Gabriele D'Angelo, cameriere dell'hotel, una delle vittime, ndr) chiede aiuto, dice 'siamo sommersi dalla neve, non possiamo muoverci', telefona in Prefettura e chiede questo, ma la telefonata resta inascoltata allora. E' un fatto acclarato che dopo non vi è più nessuna traccia, negli atti della Prefettura, di questa telefonata. E' un fatto, che è stato ritenuto non penalmente rilevante, non ascrivibile a nessuno, inteso come volontà dolosa, ma che resta nella storia di questa vicenda".

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