Rigopiano

Rigopiano, quell’albergo meta dei vip. Dalla D’Urso a Ginoble: «Il nostro posto del cuore»

17 Gennaio 2025

Dai soggiorni con il Pescara alle passeggiate in montagna, il ricordo di Oddo. Il tenore del Volo scampato alla tragedia: per la neve, papà mi fece cambiare idea. Nel 2009 anche George Clooney dormì nel resort: stava realizzando le riprese del film “The American”

PESCARA. Una perla in mezzo alla montagna che da alberghetto di montagna negli anni ’60 si era trasformato nel 2007 nel resort amato dai vip. E poi, da uno degli alberghi con spa più noti d’Abruzzo a una trappola mortale. Il sogno della famiglia Del Rosso era così diventato quell’albergo in mezzo alla montagna che regalava, sia d’estate che d’inverno, paesaggi mozzafiato e la quiete dal caos della città. E lo sapevano bene anche volti e personaggi noti della televisione che di frequente prenotavano una camera all’hotel Rigopiano. Ad aspettarli il responsabile Roberto Del Rosso, con cui i clienti avevano creato un rapporto che andava oltre il solito trattamento riservato ai vip.

«Un uomo molto orgoglioso della sua terra, uno dei miei primi sostenitori», racconta Gianluca Ginoble, tenore rosetano del trio Il Volo, «con lui avevo un rapporto speciale. Roberto mi raccontava i progressi dell’albergo, come si prendeva cura del posto e i grandi progetti che voleva realizzare per valorizzare la nostra terra. Era un uomo ambizioso e creativo che voleva portare in alto l’Abruzzo». Otto anni fa, anche il cantante del Volo aveva prenotato un soggiorno nel resort. «Poi l’allerta meteo», racconta Ginoble, «in quei giorni, in tutto l’Abruzzo, le condizioni meteo non erano buone e mio padre mi chiese di rimandare il soggiorno».

La notizia della valanga aveva fatto cadere nello sconforto tutti: chi è stato avvertito con un messaggio, chi accendendo la tv si è trovato davanti a quelle immagini agghiaccianti. «Ero a casa bloccato dalla neve quando l’ho saputo», continua il cantante del Volo, «guardavo quelle immagini e non ci potevo credere. Quell’albergo ci ricorda la precarietà della vita, un luogo dell’angoscia. Lo voglio ricordare come uno dei posti più belli d’Abruzzo, era un luogo di pace e di silenzio».

Quel posto incantato ammirato anche dall’attore George Clooney, quando vi soggiornò durante le riprese del film “The American”. Ad innamorarsi di quel resort anche l’ex allenatore del Pescara Massimo Oddo, ex calciatore della Lazio e del Milan, vincitore della Coppa del mondo nel 2006: «Era un luogo suggestivo, immerso nella natura a cui ero molto legato perché in quelle zone andavo a passeggiare con la chiesa Sant’Antonio prima che sorgesse la struttura», dice Oddo che ricorda come quell’albergo avesse qualcosa di più rispetto agli altri. «Era più moderno di quelli che solitamente ci sono in Abruzzo». Anche Oddo, sconvolto da quelle immagini che fecero il giro del mondo quel 18 gennaio 2017, rimase incredulo alla notizia. «La prima cosa che feci era stata mandare un messaggio a Roberto, purtroppo non ebbi nessuna risposta», ricorda Oddo che quel giorno dedicò all’amico una foto sui social, insieme ad uno dei pastori abruzzesi, i guardiani di quell’hotel.

La notizia della valanga lasciò senza parole anche i vip: Barbara D’Urso, ospite frequente di Rigopiano, non riuscì a trattenere le lacrime in quelle giornate di dirette tv. «L’hotel Rigopiano era il mio nido nel quale mi rifugiavo quando non ero in diretta, l’ho fatto per anni fino a qualche mese fa», aveva scritto in un post con una foto dei cani dell’albergo, «le foto che pubblico spesso dei miei amati cani in montagna sono i cani che vivono lì. Conosco tutte le persone meravigliose che ci lavorano e che ora verranno salvate, io sto pregando per questo. Alberto, Marinella, Fabio e tutti gli altri... Prego per i soccorritori che in questo momento stanno facendo l’impossibile».

Nel giorno del primo anniversario della tragedia, tra gli ospiti che parteciparono alla commemorazione al Palasport di Penne, sede dei soccorritori durante la tragedia, c’era anche il tenore Piero Mazzocchetti, cliente abituale di Rigopiano. «Un posto magnifico, suggestivo e curato. Roberto era davvero un maniaco della perfezione, aveva cura di ogni dettaglio. Poi c’era una grande preparazione dello staff, nonostante fosse una zona della vestina, sembrava di stare in un resort del nord Italia». A distanza di 8 anni, nessuno dimentica quell’hotel dedicato al Vate. «Oggi ci sono solo rabbia e tristezza. La macchina dei soccorsi si è messa in moto tardi. Dopo 8 anni spero che la giustizia l’abbia vinta su tutto, è giusto per le vittime e per dare un piccolo sollievo alle famiglie», conclude Mazzocchetti.