San Giovanni, asta deserta la farmacia resta comunale
L’ente puntava a incassare due milioni di euro per ridurre il deficit Ora dovrà trovare risorse per un milione per non sforare il patto di stabilità
SAN GIOVANNI TEATINO. Resta di proprietà del Comune la farmacia di piazza Municipio. E’ andata deserta ieri anche la seconda asta indetta, a meno di 20 giorni dalla prima, dall’amministrazione civica per cedere ai privati il punto vendita. Con l’alienazione della farmacia l’ente puntava ad incassare sui 2 milioni di euro entro la fine dell’anno per ridurre il deficit rispetto al patto di stabilità. Obiettivo che non è stato centrato, con la conseguenza che nel 2013 la mannaia delle sanzioni si abbatterà sul Comune.
Per i mutui contratti negli anni passati, per la realizzazione di numerose opere finanziate contraendo debiti, in primis la piscina costata 5 milioni, l’amministrazione del sindaco Luciano Marinucci secondo i criteri fissati dal governo Monti avrebbe dovuto mettere insieme all’incirca 4 milioni tra tagli alle spese, cessioni del patrimonio, aumenti delle tariffe per i servizi e delle imposte ai contribuenti. Con questa somma il patto di stabilità sarebbe stato rispettato.
La mancata vendita della farmacia dovrebbe far sforare il patto di circa un milione di euro, essendo già stati recuperati gli altri 3 milioni con risparmi sulla spesa, aumento della Tarsu e altri provvedimenti. In sostanza il Comune nel 2013 dovrà pagare allo Stato una sanzione di un milione.
Nei mesi scorsi, l’ufficio ragioneria aveva calcolato che per rientrare nel patto, essendo appunto incerta la cessione della farmacia, l’ente avrebbe dovuto aumentare le aliquote Imu sulla prima casa per la rata di dicembre. La scelta della maggioranza, a ottobre, è stata di non spremere ulteriormente i cittadini con il balzello, nonostante secondo i conteggi fatti dagli uffici la revisione Imu avrebbe fruttato un milione di euro.
Ora che la giunta ha perso la scommessa della vendita della farmacia, pur avendo diminuito di oltre 200mila il prezzo nella seconda asta, il primo impegno del 2013 sarà adottare misure per fare cassa e tagliare la spesa. Tra le operazioni non riuscite che hanno portato il Comune al deficit attuale c’è il mancato introito dei soldi della Terna, non essendo andata in porto la convenzione con il gestore della rete elettrica che avrebbe staccato un assegno di 2 milioni di euro come compensazione per l’elettrodotto Montenegro-Abruzzo.
Gabriella Di Lorito
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