Scibilia, il presidente dei grandi nomi

Con lui sono arrivati in biancazzurro Dunga, Carnevale e Allegri. Ha acquisito la Curi e creato un importante vivaio
PESCARA. Un’emozionante galleria fotografica. Molti scatti in un nostalgico bianco e nero. Ricordi, qualche rimpianto. Campioni e grandi personaggi. Pietro Scibilia, presidente amato e odiato, ha fatto vedere a Pescara giocatori di notevole statura e ha battezzato allenatori approdati ai massimi livelli. Durante quasi 20 anni nel club biancazzurro, molti dei quali trascorsi nel vortice della contestazione, ha messo sotto contratto, addirittura, Carlos Dunga, di lì a poco laureatosi campione del Mondo con il Brasile. Fece parlare l’ingaggio di Andrea Carnevale, che una manciata di anni prima era partito titolare, insieme a Gianluca Vialli, nell’Italia del Mondiale ’90. Carnevale può vantarsi di essere stato due volte campione d’Italia con il Napoli di Maradona.
Scibilia chiamò a Pescara il talentuoso Massimiliano Allegr i, ora allenatore del Milan (con i rossoneri ha conquistato uno scudetto). A proposito di allenatori, non si può fare a meno di citare Delio Rossi, adesso alla Sampdoria ma ex di tante panchine: Salernitana, Lecce, Lazio, Atalanta, Fiorentina e Palermo. Dopo aver allenato a Pescara, nella massima serie si sono affacciati Giovanni Galeone, Francesco Oddo e Luigi De Canio. Da ricordare tre tecnici affermati, ma senza fortuna in biancazzurro, come Carletto Mazzone, Ilario Castagner e Franco Scoglio.
Durante l’era Scibilia, c’è stata l’acquisizione del vivaio Renato Curi e, da lì, la creazione di un florido settore giovanile guidato da Cetteo Di Mascio, dal quale sono emersi tanti calciatori. Tra questi, è facile ricordare Marco Verratti , stella del Paris Saint Germain. Viene in mente anche il nome del difensore Diakitè, impostosi nella massima serie con la Lazio. Prima dell’era Di Mascio, comunque, il Pescara di Scibilia aveva lanciato i giovanissimi Morgan De Sanctis, Massimo Margiotta e Mauro Esposito. Quest’ultimo andò all’Udinese in cambio di 7 miliardi di lire. E, ad onor del vero, non fu l’unica cessione a peso d’oro registrata da Scibilia. Federico Giampaolo passò al Genoa in cambio di 5,2 miliardi di lire e la metà del cartellino di Ivan Tisci. Per Allegri , il Cagliari sborsò 5 miliardi di lire e il cartellino di Gianluca Gaudenzi. Preparatissimo e scudettato con il Napoli era anche il diggì Pierpaolo Marino, che firmò la quarta promozione dei biancazzurri nella massima serie, prima di incappare in un illecito che lo fece squalificare a lungo. Il Pescara, considerato coinvolto nei fatti, subì la penalizzazione di 3 punti. E quella fu una delle macchie scure del quasi ventennio targato Scibilia. Le altre furono le 2 retrocessioni dalla A alla B e il capitombolo in C1. In realtà, di retrocessione in C1 ne venne registrata un’altra, ma la giustizia sportiva sancì il ripescaggio. Guai a dimenticare le promozioni in A e in B. Sudate e meritate.
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