Stalking e ricatti alla ex: mette le sue foto hard su un sito per escort. Scatta il braccialetto elettronico
Il 47enne italo-canadese aveva messo su un sito per escort il fotomontaggio e il numero della donna. E lei, esasperata, si è rivolta ai carabinieri. Il pm: «Grave stato d’ansia per il fondato timore di atti lesivi»
PESCARA. Una conoscenza decennale che si trasforma in un rapporto sentimentale che va avanti per qualche mese tranquillamente fino a quando la donna, alle due di notte, mentre è a letto con il compagno, non riceve una telefonata di un'amica, che era la donna di un suo ex.
Da quel momento il rapporto cambia e per questa ennesima vittima di stalking, inizia un tormento che finisce in denuncia e nell’emissione di una misura cautelare per lo stalker, un italo-canadese di 47 anni, R.D.F., a cui viene applicato ora anche il braccialetto elettronico (se non lo avesse accettato sarebbe finito in carcere) con il divieto di avvicinamento alla vittima: misura chiesta dal pm, Paolo Pompa, e disposta dal gip Giovanni de Rensis.
Il racconto della parte offesa, (sentita anche dal Gav, il gruppo antiviolenza del tribunale che segue le vittime per tutto il loro percorso giudiziario) non lascia dubbi su come l’indagato avrebbe distrutto la sua vita, procurandole gravi disagi e sofferenze.
«Da quel momento», riferisce la vittima che è assistita dall’avvocatessa Melania Navelli, «è diventato sempre sospettoso e ha messo in pratica una serie di maltrattamenti più che altro verbali e psicologici, minacciando di diffamarmi on line mediante diffusione di immagini e audio che lui aveva carpito a mia insaputa, denigrandomi con frasi offensive del tipo “milf, donna che va solo per soldi", che adesco ragazzi online per prostituirmi, che avrebbe segnalato il mio profilo Instagram perché lì avrei adescato i miei clienti».
Poi racconta l’episodio in cui, mentre si trovavano in un albergo, nacque una violenta discussione: «Lui mi accusava che nel frattempo che era sceso a comprare le sigarette io avrei fatto entrare nella mia camera degli uomini per fare sesso: mi colpiva con un forte spintone, mi sputava in faccia e portava via dalla camera un suo portatile nel quale asseriva di avere audio e video compromettenti per me e che avrebbe usato per farmi del male se lo avessi denunciato».
Poi l’indagato lascia la compagna da sola in albergo, senza soldi e a piedi, e riparte per Pescara. Ma l’aspetto più inquietante, oggetto di una integrazione di denuncia, riguarda il numero di cellulare della parte offesa che, insieme a sue foto succinte con il viso oscurato e a sequenze pornografiche che però non la riguardavano, giravano sui social più noti e anche su siti di incontri ed escort: insomma, erano stati creati falsi profili. La vittima ricevette numerose telefonate con richieste di incontri e di prestazioni sessuali da sconosciuti. Poi il vorticoso giro di messaggi wp: «Solo negli ultimi due giorni mi ha tempestato di telefonate e oltre mille messaggi anche di notte». E lo avrebbe fatto anche mentre la donna si trovava nella caserma dei carabinieri per sporgere denuncia: messaggi dei quali i militari hanno riferito nella loro relazione. Nel capo di imputazione si legge: «Per aver minacciato e molestato la parte offesa, persona con la quale aveva intrattenuto una relazione affettiva, in modo da ingenerare un perdurante e grave stato d’ansia per il fondato timore che possano essere compiuti atti lesivi della sua integrità fisica».
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