Tamburi, bandiere e cori: «Giù le mani dall’Abruzzo»

24 Maggio 2015

Greenpeace srotola uno striscione sulla torre civica del Comune, con Renzi che promette “più trivelle per tutti”

LANCIANO. Migliaia di bandiere, di ogni colore. Centinaia di striscioni, tenuti su anche dai bambini. Tamburi e cori contro le “devastazioni”. E un mare, proprio il caso di dirlo, di persone che ieri hanno manifestato contro il progetto Ombrina- Mare che prevede la realizzazione di una serie di pozzi estrattivi collegati a una nave-raffineria di fronte alla costa dei trabocchi, a 6 chilometri da San Vito.

Un fronte compatto, un fiume di almeno 60mila persone secondo gli organizzatori, quello che ha fatto sentire ieri la sua voce contro Ombrina. Un corteo che da Marcianese, si è snodato lungo viale Cappuccini, per scendere su via del Torrione, risalire su via Filzi, via Dalmazia, sbucare lungo corso Trento e Trieste e approdare in piazza Plebiscito. Un corteo lungo oltre due chilometri partito dopo le 15 sotto i raggi del sole, arrivato in piazza verso le 17.45 sotto il diluvio. E’ stata infatti la pioggia a rovinare la festa dell’Abruzzo che ha detto “no” ad Ombrina, al petrolio, e sì alla conservazione delle bellezze naturali, dai monti al mare. A sfilare lungo le strade di Lanciano, che ha accolto anche con qualche timore i manifestanti tanto che alcuni negozi sono rimasti chiusi, studenti, associazioni anche di altre regioni, viticoltori, pescatori, operatori della costa dei trabocchi, sindacati, sindaci di 36 comuni abruzzesi e tante famiglie. Nei carrozzini bimbi piccoli ignari di quanto accadeva attorno a loro, che stringevano le bandiere “no ombrina”, indossavano le magliette “preferisco il paradiso”, con l’immagine della costa dei trabocchi priva di piattaforme. Poi bimbi più grandi che al fianco dei genitori chiedevano il diritto di poter nuotare in un mare senza petrolio.

Tantissimi gli striscioni: “Dalla Majella a lu trabbocche l’Abruzze ‘nse tocche”, “Contro le devastazioni nessuna fiducia nelle istituzioni”, “Contro Ombrina a difesa della nostra terra”, “Dai monti alla marina gli studenti contro Ombrina”. E lo striscione che ha aperto il corteo “No ombrina salviamo l’Adriatico”. Poi una manifesto di Greenpeace a coprire un terzo della torre civica in piazza Plebiscito con il volto di Renzi e la scritta “più trivelle per tutti”.

Originale la parte del corteo occupata dalla barca di un pescatore della costa, trainata da un trattore, che buttava le reti in mare (tenuto su da decine di ragazzi) ritirandole poi piene di taniche di petrolio. E ancora pupazzi di cartapesta, e centinaia di voci a gridare con passione il proprio “no al petrolio”, o “Giù le mani dal nostro mare!” Migliaia di persone che hanno colorato le strade della città,in modo pacifico.

Teresa Di Rocco

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