Tares, spunta un piano con aumenti fino al 200%
Il Comune presenta una proposta di tariffe da applicare alla rata di dicembre Una famiglia di sei persone rischia di pagare il 131% in più dell’anno scorso
PESCARA. La Tares, la nuova tassa dei rifiuti in vigore da quest’anno, rischia di trasformarsi in una stangata senza precedenti per i pescaresi. Gli uffici tecnici hanno preparato un piano con le tariffe da applicare alla rata di fine anno, quando si procederà al conguaglio tra quanto già versato con i primi due acconti e quanto ancora da pagare per il saldo.
Per il momento si tratta solo di ipotesi, perché le nuove tariffe dovranno essere approvate dal consiglio comunale, subito dopo il varo del regolamento sulla tassa per i rifiuti all’esame proprio in questi giorni dell’aula. La proposta degli uffici tecnici del Comune prevede aumenti per le utenze domestiche e alcuni sconti per quelle non domestiche, come le banche, capannoni industriali, uffici e studi professionali. Dovrebbero pagare di più, invece, ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, parrucchieri, estetisti. Ma la batosta peggiore rischiano di averla gli stabilimenti balneari, pescherie, fioristi e pizzerie a taglio, con aumenti di oltre il 200 per cento rispetto a quanto versato l’anno scorso con la Tarsu.
Cambia il calcolo della tassa. Il motivo di questi aumenti è da ricercarsi nel nuovo sistema di calcolo della tassa sui rifiuti. La Tares, secondo quanto stabilisce la legge, deve coprire il 100 per cento delle spese sostenute dai Comuni per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Pescara copre attualmente l’80 e deve quindi incrementare le entrate per coprire anche il 20 per cento che manca. Inoltre, le nuove tariffe vanno determinate tenendo conto non più solo della superficie dell’immobile, come accadeva prima con la Tarsu, ma anche del numero dei componenti familiari. Il principio è il seguente:chi produce più rifiuti deve pagare di più. Ovviamente, una famiglia di quattro persone sborserà più soldi di una di due o di un utente single. Alle nuove tariffe, infine, va applicata una maggiorazione di almeno 30 centesimi per la copertura delle spese dei cosiddetti servizi indivisibili offerti dal Comune, come polizia locale, manutenzione delle strade e dei semafori. Il nuovo regolamento ancora da approvare, tuttavia, potrebbe prevedere una serie di sconti per particolari categorie.
Quanto costerà alle famiglie. In base alla proposta avanzata dagli uffici comunali per le utenze domestiche, tutte le famiglie dovrebbero pagare di più. Partiamo dai single. Al contribuente che vive da solo potrebbe essere applicata una tariffa di 1,54 euro a metro quadrato, contro 1,22 a metro quadrato della vecchia Tarsu. L’aumento sarebbe del 25,92 per cento. Per un appartamento di 100 metri quadrati si dovrebbero versare, quindi, 154 euro. Dal saldo di dicembre, si dovrà togliere quanto già versato con gli acconti di maggio e settembre. A una famiglia di due persone, invece, dovrebbe essere applicata una tariffa più alta di 2,35 euro a metro quadrato, contro 1,83 a metro quadrato pagati fino all’anno scorso con la Tarsu. Più cresce il numero dei componenti familiari e più si pagherà. La tariffa per tre persone è di 2,85 euro a metro quadrato; di quattro, 3,35; di cinque, 3,96; di sei o più persone, di 4,23. In quest’ultimo caso, l’aumento è del 131,53 per cento.
Negozi e botteghe. Gioie e dolori per i commercianti. Qualcuno dovrebbe pagare molto meno dell’anno scorso per la tassa sui rifiuti, qualcun altro di più. Gli uffici del Comune propongono di ridurre la tassa del 30,5 per cento per i negozi di abbigliamento, librerie, cartolerie e ferramenta. Ipotizzano un incremento del 109,3 per cento per le attività artigianali, come parrucchieri, barbieri, estetisti. Forti aumenti, pari al 58 per cento, anche per i falegnami, gli idraulici, i fabbri e gli elettricisti. La loro tariffa dovrebbe salire da 2,40 a metro quadrato, applicata con la Tarsu, a 3,79 euro. Meno traumatico il passaggio alla nuova tassa per carrozzerie, autofficine ed elettrauti. L’anno scorso queste categorie pagavano 3,62 euro a metro quadrato, ora la tariffa prevista è di 4,46 euro. L’aumento è pari al 23,2 per cento.
Gli uffici, in compenso, propongono una riduzione per i negozi di tende, tappeti, cappelli e di antiquariato. La loro tariffa dovrebbe scendere da 6,78 euro della Tarsu, a 3,70, con una riduzione del 45,4 per cento.
Raffica di aumenti, invece, per gli esercizi pubblici. Mense e birrerie, secondo lo studio, dovrebbero pagare il 117,6 per cento in più dell’anno scorso. Bar, caffè e pasticcerie, il 24,5 per cento in più. Ristoranti, trattorie, pizzerie e pub, ben il 65,3 per cento in più. La batosta più pesante potrebbero riceverla i negozi di ortofrutta, pescherie, fioristi e pizza al taglio. Lo studio indica una tariffa di 21,68 euro a metro quadrato, cioè il 220 per cento in più di quella della Tarsu.
Attività industriali. Forti riduzioni della tassa sui rifiuti, pari al 74,1 per cento, sono previste per le attività industriali con capannoni di produzione.
Buone notizie anche per le banche, per le quali si propone una riduzione del 63,7 per cento e per gli uffici, agenzie e studi professionali, che dovrebbero veder scendere l’imposta sui rifiuti del 30,9 per cento.
Stabilimenti balneari. Se la proposta degli uffici dovesse passare così com’è, i balneatori si troverebbero a pagare il 215,4 per cento in più degli anni passati. La loro tariffa dovrebbe salire dallo 0,73 per cento della Tarsu, al 2,29 per cento. Più piccolo l’aumento, infine, per gli ipermercati, che dovrebbero pagare per i rifiuti l’11,1 per cento in più.
©RIPRODUZIONE RISERVATA