Teramo, permesso il porno in carcere / Il video

Sezioni aperte e possibilità di fare vita in comune. Il direttore: «Garantire il diritto all’integrità umana»

PESCARA. Nessun contrabbando, niente sotterfugi. Nel carcere di Teramo avere un dvd pornografico per i detenuti non è più tabù, anzi. Da qualche mese è possibile farlo alla luce del sole. A raccontare la svolta fatta dal penitenziario di Castrogno su un tema così delicato è lo stesso direttore Stefano Liberatore, intervistato da Federico Formica per il documentario web Inside carceri, girato dai giornalisti di Next New Media e dall’associazione Antigone, che proprio oggi presenterà il suo rapporto annuale sulle condizioni di detenzione in Italia. Nel documentario web che si accompagna al rapporto due clip sono dedicate a temi abruzzesi: una racconta appunto il carcere di Castrogno, l’altra si concentra sulla vicenda di Valentino Di Nunzio, il giovane di Manoppello Scalo che accoltellò la madre e poi tentò il suicidio in carcere. Entrambi i video saranno visibili anche sul www.ilcentro.it a partire dalle 12.30 di oggi.

Nel video su Castrogno, però, non si parla solo della svolta sulla pornografia operata dal nuovo direttore. Dalla fine di settembre, infatti, due sezioni e metà di una terza sono state aperte. I detenuti, quindi, si possono muovere liberamente in uno spazio più grande delle celle.

In questi spazi, spiega Liberatore, «i detenuti interagiscono tra loro, fanno socialità, vita in comune». Un aspetto che in un carcere come quello teramano, che conta circa 350 detenuti a fronte di una capienza di 210 e che nel 2012 ha visto tra le sue mura quattro suicidi, non può che essere d’aiuto.

«Dar vita a un progetto così importante per una visione moderna del trattamento penitenziario era difficile, ma ci siamo riusciti e pare che le cose vadano bene. Penso sia una questione di mentalità che ereditiamo dal passato, da un modo di concepire il carcere. Ci vuole coraggio e la piena consapevolezza del carcere come formazione sociale». Grazie all’apertura delle sezioni, spiega nel documentario il vice commissario Igor De Amicis, sono dimuinuiti anche i rapporti disciplinari.

Della nuova visione portata avanti da Liberatore fa parte anche l’introduzione della possibilità di avere materiale pornografico all’interno del penitenziario, definita «un unicum nel panorama italiano».

«La pornografia è un discorso associato all’uso del pc, ai dvd», spiega il direttore. «Il detenuto ha sempre cercato fare traffici, prima con cassette e poi con i dvd. E il sesso è sempre stato visto come un tabù. Io sono convinto che anche la pornografia può entrare in carcere ma attraverso una visione culturale, una visione significativa di elevazione del diritto stesso non solo alla riservatezza ma anche all’integrità umana sotto l’aspetto psicofisico. So che è un po’ ardita come idea ma ho pensato che possiamo regalare un momento ai detenuti che va al di là di quelle forme di chiusura cui siamo sempre stati abituati».

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