Torino, fuggi fuggi sotto i maxischermi: si indaga per procurato allarme
In un video il volto del sospettato che con un falso allarme bomba ha scatenato il panico che ha provocato 1.527 feriti, di cui tre gravi
TORINO. Una «folla presa dal panico e dalla psicosi da attacco terroristico», un numero di feriti che tocca quota 1.527, fra i quali ci sono due persone e un bimbo di 7 anni, Kelvin, in gravi condizioni. Una procura che ha aperto un'indagine e studia la possibilità di applicare il reato di procurato allarme. E tante polemiche, alla ricerca delle responsabilità. A scatenarle un post di prima mattina del senatore M5s Alberto Airola, che poi si è scusato, in cui accusava i media di voler «infangare il buon lavoro di amministrazione, prefettura e questura» con numeri «farlocchi» su «presunti feriti». E’ questo il bilancio della notte della finale di Champions League a Torino.
La Digos e il pm Antonio Rinaudo cercano di fare luce sulle cause ed eventuali responsabilità dell'accaduto attraverso l'interrogatorio di decine di testimoni, i rapporti delle forze dell'ordine, gli atti amministrativi. In mattinata, dopo la riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, le autorità hanno spiegato che a scatenare il panico in piazza San Carlo sono stati «eventi in corso di accertamento». Forse un petardo, forse un falso allarme bomba. Esistono dei video, realizzati da alcuni giornalisti, che mostrano un giovane comportarsi in modo anomalo: fermo in mezzo al fuggi fuggi, a torso nudo, con uno zainetto nero in spalla e le braccia allargate come in croce, mentre la gente gli fa il vuoto attorno.
«I controlli antiterrorismo hanno funzionato», ha sottolineato però il prefetto Renato Saccone, mentre il questore Angelo Sanna ha invitato i testimoni a «farsi avanti». Quanto alla macchina dei soccorsi, è stato utilizzato uno speciale protocollo per le emergenze che ha permesso agli ospedali di Torino e provincia di reggere l'urto. Ma sono i tifosi a nutrire più di un dubbio su come era stata organizzata la proiezione. Sotto accusa c'è l'abbondante presenza di alcolici e di bottiglie di vetro (sono stati i cocci a ferire la stragrande maggioranza dei fuggitivi) unita al massiccio numero di venditori abusivi. La sindaca Chiara Appendino è stata invitata dalle forze politiche a «dare spiegazioni», ma solo la Lega si è spinta a ventilare richieste di dimissioni. Ma l’ordinanza comunale del primo giugno specifica che le misure per l'incolumità pubblica dovevano essere garantite dal soggetto che ha allestito il maxi schermo, l'agenzia Turismo Torino. «Sono le stesse modalità messe in atto nel 2015», ha puntualizzato Palazzo Civico.
Per qualche ora la polemica è infuriata però intorno alle parole del senatore Airola, con Forza Italia che invitava a non strumentalizzare, e il Pd che si diceva sconcertato. Poi sono arrivate le scuse del pentastellato: «Non volevo fare polemica. Sono stato in piazza sino alle 3.30 e nessuno sapeva dare numeri precisi».
La Digos e il pm Antonio Rinaudo cercano di fare luce sulle cause ed eventuali responsabilità dell'accaduto attraverso l'interrogatorio di decine di testimoni, i rapporti delle forze dell'ordine, gli atti amministrativi. In mattinata, dopo la riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, le autorità hanno spiegato che a scatenare il panico in piazza San Carlo sono stati «eventi in corso di accertamento». Forse un petardo, forse un falso allarme bomba. Esistono dei video, realizzati da alcuni giornalisti, che mostrano un giovane comportarsi in modo anomalo: fermo in mezzo al fuggi fuggi, a torso nudo, con uno zainetto nero in spalla e le braccia allargate come in croce, mentre la gente gli fa il vuoto attorno.
«I controlli antiterrorismo hanno funzionato», ha sottolineato però il prefetto Renato Saccone, mentre il questore Angelo Sanna ha invitato i testimoni a «farsi avanti». Quanto alla macchina dei soccorsi, è stato utilizzato uno speciale protocollo per le emergenze che ha permesso agli ospedali di Torino e provincia di reggere l'urto. Ma sono i tifosi a nutrire più di un dubbio su come era stata organizzata la proiezione. Sotto accusa c'è l'abbondante presenza di alcolici e di bottiglie di vetro (sono stati i cocci a ferire la stragrande maggioranza dei fuggitivi) unita al massiccio numero di venditori abusivi. La sindaca Chiara Appendino è stata invitata dalle forze politiche a «dare spiegazioni», ma solo la Lega si è spinta a ventilare richieste di dimissioni. Ma l’ordinanza comunale del primo giugno specifica che le misure per l'incolumità pubblica dovevano essere garantite dal soggetto che ha allestito il maxi schermo, l'agenzia Turismo Torino. «Sono le stesse modalità messe in atto nel 2015», ha puntualizzato Palazzo Civico.
Per qualche ora la polemica è infuriata però intorno alle parole del senatore Airola, con Forza Italia che invitava a non strumentalizzare, e il Pd che si diceva sconcertato. Poi sono arrivate le scuse del pentastellato: «Non volevo fare polemica. Sono stato in piazza sino alle 3.30 e nessuno sapeva dare numeri precisi».