Tra maschere e scherzi da 25 anni

Le tre generazioni della sartoria Ro’ in via Vestina: i nostri costumi arrivati fino a Miami, che impresa non farceli rubare

MONTESILVANO. Per quasi tutti gli altri è uno scherzo, roba da ridere. Per loro no: «Il Carnevale, per noi, è una cosa seria», dice ridendo la sarta Rosa Roio, «da tre generazioni facciamo costumi e maschere». A cominciare fu la nonna Emilia Morelli, poi la tradizione fu tramandata alla mamma Marisa Iervese e, adesso, nella sartoria di via Vestina c’è lei, la signora Rosa, che festeggia i primi 25 anni di attività. «Anche se», continua la sarta, «altri 10 anni di lavoro li ho passati al nostro laboratorio di Chieti». Adesso, Rosa si è messa in testa l’idea più difficile di tutte: «Battere la concorrenza delle sartorie cinesi con la qualità e anche con i prezzi. Io sono una con la testa dura e ce la farò», avverte mentre mostra un costume da girasole.

La sartoria, con il Carnevale alle porte, sembra una tavolozza di colori: «I costumi di Carnevale li facciamo noi», spiega Roio, «così come ci vengono in mente oppure li realizziamo sulla base delle richieste dei clienti. Riusciamo anche a preparare costumi in una sola giornata. Ogni anno, di questi giorni, mettiamo un migliaio di vestiti a disposizione, sia in vendita che in affitto».

Quest’anno va di moda il Brasile: «Domenica nella zona della stazione ci saranno anche le ballerine brasiliane», racconta Roio, «e per questo abbiamo preparato tanti costumi in stile carioca. E poi vanno forte anche i pirati per i bambini e i centurioni romani per i grandi. Ma ogni anno c’è una novità e siccome stavolta tanti locali fanno feste in stile settecentesco abbiamo tante richieste di questo tipo». E poi ci sono quelli che sono disposti a spendere e spandere alla faccia della crisi pur di non passare inosservati: «C’è chi vuole costumi di qualità perché deve andare a Venezia ed è disposto a spendere anche più di 100 euro», dice Roio insieme alla sorella Cinzia, alle collaboratrici Giovanna Fusella e Angela Ricciuti e all’amica Paola Pollara che cerca un costume per stupire gli amici.

«Le nostre maschere», ricorda Roio indicando le foto appese alla vetrina come trofei, «sono finite anche in America: un gruppo di amici è andato a Miami e, per partecipare a una festa, si è portato dietro i costumi da antichi galli come Asterix e Obelix. Sicuramente, sono stati notati».

Ma noleggiare i costumi è un rischio grosso: «L’anno scorso non mi hanno mai più restituito un costume da Bat-man, un altro da Biancaneve e uno dei sette nani. Per noi, significa perdere soldi: senza Biancaneve e un nano, non posso più soddisfare la richiesta una comitiva. Addirittura», rivela Roio, «un gruppo di amici ha noleggiato costumi costosi e ci ha pagato con assegni che, poi, sono risultati rubati a un’impresa di Silvi. Un altro ancora ci ha pagato con un assegno rubato alle Poste. E poi, c’è sempre quello che prova a fare il furbo: una signora, veramente signora si fa per dire», dice ironica Roio, «ha infilato 12 costumi nel passeggino della figlia. Incredibile: li abbiamo ritrovati tutti dentro al suo armadio. Ce li siamo ripresi, li abbiamo messi in una busta e siamo tornati al negozio».

Se la crisi aumenta l’ingegno dei ladri, porta anche nuovi clienti perché tanti sono disposti più a spendere un pugno di euro per aggiustare un paio di pantaloni che a comprarne di nuovi: «Si lavora di più con le riparazioni e per non perdere clienti siamo pronti ad abbassare ancora i prezzi. La nostra prossima campagna pubblicitaria è quasi pronta: quando uscirà», avverte Rosa, «sicuramente non passerà inosservata. Vogliamo competere con le sartorie cinesi che stanno spuntando in città: non abbiamo paura di loro soprattutto perché lavorare non ci ha mai spaventato».

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